di Liliana Adamo pubblicato su http://www.luxuryonline.it
Presso la ludoteca di Villa Borghese, la mostra: “Luzzati e Rodari i segni della fantasia”, unifica in un solo percorso espositivo i due grandi artisti del ’900. Per esplorare il mondo dell’infanzia in un rapporto paritetico con l’arte e lo spettacolo.
L’Auditorium di Roma ospita la più bella tra le rassegne legate al festival del cinema di Gianluigi Rondi e Gianni Borgna. Dal 5 dicembre al 28 febbraio 2010, sono tanti gli eventi per commemorare lo scenografo genovese, Lele Luzzati, morto due anni fa. In collaborazione con il Museo Luzzati di Genova e del Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto, l’iniziativa si apre con una raccolta d’oltre cento opere che annovera bozzetti, disegni originali per il teatro e l’illustrazione, manifesti, libri, riproduzioni d’originali dispersi, la proiezione di “Castello di carte”, film d’animazione, video di spettacoli televisivi e teatrali con documentari e materiali inediti, dagli anni ’60.
Il sodalizio tra Lele Luzzati e Gianni Rodari nasce nel 1962 in occasione del film d’animazione “Castello di carte” e si rafforza durante la lavorazione dello spettacolo teatrale “La storia di tutte le storie”, creato insieme ai bambini delle scuole elementari, messo in scena nel 1977, a La Spezia. Con il comune intento d’esplorare giocosamente il mondo naif e fiabesco dell’immaginazione e dell’infanzia, la collaborazione tra i due artisti diventa assidua soprattutto nel campo dei libri illustrati, cui la rassegna dedica un’ampia sezione.
Sono più di una decina i testi di Rodari interpretati da Luzzati, che non ha mai interrotto la sua attività neppure dopo la prematura morte del narratore, avvenuta negli anni ’80. L’allestimento, si valorizza grazie anche alle coloratissime sagome di legno realizzate su disegni di Luzzati e ispirate ai temi rodariani.
Dai foyer alle aree espositive, un percorso ideale si snoda nei diversi spazi dell’Auditorium, presentando, in tre momenti salienti, tutto il mondo artistico di Luzzati: gli esordi, il cinema d’animazione e il teatro.
La sezione “Auditorium Arte. Gli esordi”, introduce il periodo di Losanna. Qui, l’artista, allontanatosi da Genova, la sua città, trova rifugio per sottrarsi alle leggi razziali. Ecco allora l’esposizione delle prime incisioni dedicate al “Candido” di Voltaire, alcune ceramiche di Albissola, realizzate tra gli anni cinquanta/settanta, le prime litografie realizzate per il “Viaggio alla città di Safed”, più tre pannelli polimaterici con il titolo di “C’era una volta il teatro”, presentati alla Biennale di Venezia nel ’72. E, ancora, bozzetti e scene dei primi spettacoli teatrali: il “Golem”, dove Luzzati rappresentò il Ghetto della vecchia Praga, accatastando sedie sulle quali agivano gli attori, i libri d’arte ricchi d’illustrazioni e le tavole inedite datate anni cinquanta, a illustrare le fiabe d’Italo Calvino.
La sezione “Foyer Sinopoli. Il cinema d’animazione e le illustrazioni” ci proietta nella scenografia del bosco, attraverso le realizzazioni della Fondazione Luzzati e del Teatro della Tosse. Tema caro all’artista che si ispira alle sinfonie di Rossini e Mozart, come “La Gazza Ladra” e “Pulcinella”, racconti convertiti in due film d’animazione che la fruttuosa collaborazione con Giulio Gianini, gli valsero nel 1964 e nel 1973, le candidature all’Oscar. Ma tante sono le tavole originali per i film e le opere liriche realizzate insieme: “L’Uccello di fuoco”, “Il Flauto Magico”, “Turandot”… Ed è singolare l’ammirazione di Federico Fellini, che si è più volte ispirato all’estro figurativo e all’umorismo poetico di Luzzati e Gianini.
Allo spazio monografico per l’”Auditorium. Il teatro”, sono destinate le scenografie per gli spettacoli “Nel Campo dei miracoli ovvero il Sogno di Pinocchio”, con la messinscena del Teatro della Tosse e “Il Flauto Magico” di Glyndebourne. L’esposizione si completa con gli elementi scenici, concessi dalla Fondazione Carlo Felice di Genova, come l’armadio di Dulcamara, gli animali per “Elisir d’amore” e i costumi di Santuzza Dalì per la sartoria Farani.
Una nota da non trascurare: le biglietterie dell’Auditorium sono affidate al consorzio “Celestiniano” de L’Aquila, che si occupa anche della vendita di prodotti tipici. Il 20% degli incassi per l’intera rassegna, sarà devoluto per ricostruire la “Mensa del Celestino” distrutta dal terremoto.