Di Oreste Cirillo. “Il patto del Nazareno non regge. Ma nessuno ve lo dice”. Ecco come la pensa Luigi Di Maio riguardo l’accordo tra Pd e Fi, soprattutto perché, una volta incassato il consolidamento del patto del Nazareno, rimane spazio per porsi domande sulla questione del rapporto tra governo e M5S. Lo stesso Di Maio, ricordando l’appuntamento del 15 luglio – giorno deputato all’incontro tra il Pd e la delegazione grillina, privata però del suo leader – scommette sul fallimento dell’ asse Renzi-Berlusconi – soprattutto a causa delle forti tensioni implose all’interno dei rispettivi partiti.
Il Pd, per il tramite del loro vicesegretario, Debora Serracchiani, ha però ricordato che prima dell’incontro si stanno aspettando delle risposte sulle tematiche a fondamento della discussione: “governabilità, ballottaggio, immunità e il tema delle preferenze”. Dal canto suo anche Silvio Berlusconi è intervenuto, richiamando il proprio partito all’ordine e ricordando che sebbene Fi stia dalla parte del governo per la riforma elettorale e per quella istituzionale, comunque resta “convintamente” all’opposizione riguardo ad altre tematiche come l’ economia e la giustizia.
Da parte sua, Beppe Grillo continua ad alternare aperture e chiusure. Da una parte ha criticato pesantemente l’Italicum, affermando che “La loro legge ha dei caratteri incostituzionali. Noi vogliamo le preferenze e abbiamo fatto una cosa nei confini della Costituzione”; dall’altra non ha chiuso definitivamente la porta sulle riforme istituzionali: “Sulle riforme appoggeremo o non appoggeremo. Dipende delle proposte”. L’unica a mostrarsi ancora ottimista è stata il ministro, Maria Elena Boschi, la quale sul possibile appoggio del M5S alle riforme ha risposto: “Mi auguro proprio di sì”.