Alta tensione in Aula. La senatrice fuoriuscita dal Movimento di Grillo dichiara di votare la fiducia e viene minacciata da un ex compagno di partito
Paola De Pin
Sale la tensione in Senato dopo il discorso di Enrico Letta. E quando Paola De Pin, uno dei quattro senatori "transfughi" del Movimento Cinque Stelle, ora nel Gruppo Misto, dichiara di votare la fiducia al governo in aula scoppia la bagarre. La senatrice viene addirittura minacciata da un suo ex compagno di partito. Lo scrive su Twitter Stefano Esposito: "Senatore grillino minaccia in aula la senatrice De Pin uscita da M5S dicendole ti aspettiamo fuori, questo è squadrismo mafioso".
"Pur
mantenendo le mie riserve sull'attuale governo mi vedo costretta a dare
la fiducia", annuncia la De Pin visibilmente emozionata ma lungamente
applaudita a fine discorso. "Andare per la quarta volta al voto con
l'attuale sistema sarebbe una irresponsabilità senza precedenti",
continua, attaccando "i vertici" del movimento di Grillo, che "con la
scusa della fedeltà a un pezzo di carta hanno tradito gli elettori che
chiedevano un cambiamento". A questo punto dai banchi i senatori M5S
insorgono e partono epiteti contro la senatrice: le urlano "venduta".
L'ex grillina mantiene la calma, ma il tremolio delle sue mani mentre
legge la dichiarazione tradisce un forte nervosismo.
Appena
finito il discorso, un senatore M5S (dovrebbe trattarsi di Castaldi,
secondo quanto twitta Lorenzo Battista) si avvia verso il banco dove
siede De Pin, protetta dai senatori del Pd, per contestarla: è
necessario l'intervento dei commessi mentre il presidente Piero Grasso
stigmatizza il fatto, annunciando che sarà posto all'attenzione dei
questori. "All'ordine qui ci penso io", dice Grasso e lamenta il fatto
che il 31 luglio "quando senatori del Pd mi contrastarono nessuno chiese
l'intervento della presidenza".
Le minacce vengono condannate
dagli altri esponenti del M5S. Su Facebook il sentatore pentastellato
Francesco Campanella scrive: "Paola De Pin ha definitivamente consumato
il proprio distacco dal M5S. Ogni critica politica è legittima ma, sia
chiaro, non è ammissibile nessuna violenza, anche solo verbale".
Ben venga il tentativo di "lavacro" della stronzata da parte di tale Francesco Campanella (chi era costui?). Ma di fronte a un fatto di squadrismo di questa portata, la solidarietà di una mosca bianca - che rappresenta lo 0,6% del partito (pardon... del MçViMento) non basta. Smetteremo di definire questa ammucchiata di ignoranti e di violenti disutili "fascisti", quando loro smetteranno di comportarsi da fascisti. I "cittadini" Grillo & Casaleggio non hanno niente da dire?. Le parole non bastano. Caccino a calci in culo lo squadrista in questione, o si caccino essi stessi a calci in culo. Tertium non datur.
Quanto più si grida, in politica, tanto più poi è inevitabile condizione per restare sui banchetti di Hide Park quella di far segiuire i comportamenti ai proclami. Tafanus