Ma anche per umani

Se gli androidi (forse) sognano pecore elettriche, è certo che i robot hanno le loro fiabe, che si tramandano dalla notte dei tempi, fin da quando il grande inventore decise di creare dall’acqua esseri pensanti (ma niente corpi umidicci e morbidi, che gli facevano schifo, a lui proprio come ai robot che ne ascoltano la storia). Da qui, partono le avventure di elettroguerrieri, tesori del re di Ciprosia, Biskalar, palazzi di citoprasio, lucenti come tormalina, e principesse scariche perché si è persa la chiavetta per caricare il cervello (persa?, macché! Scusate: è che un pallidone della specie Homo Antropos gliel’ha portata via con l’inganno).
Storie che, sono sicura, se uno sa pure di scienza o medicina, diventano ancora più interessanti e ricche di chissà quali rimandi e citazioni. Io, che di scienze so il minimo elementare indispensabile, accetto con piacere fiabe piene di onici, quarzi citrini, Radomantini, Protesio, ed eroi sfortunati come Tosataro Megawatt o Armitron Kosmofovič. E mi diverto pure.

Stanislaw Lem
Fiabe per robot
Marcos y Marcos