di Gianni Petrosillo
Il 20 maggio di quest’anno, subito dopo l’arresto del Presidente del FMI, Strauss-Kahn, scrivemmo un articolo per sostenere che quello in atto era un complotto con tutti i crismi, teso, peraltro, con un piano classico e senza troppa fantasia. Il pezzo lo riporto sotto a vostra memoria. Dopo 6 mesi, con Strauss-Kahn ormai tolto di mezzo, viene fuori che le palle di pelle del pollo d’oltralpe sono sempre rimaste nelle mutande, ma i pesci saliti a galla hanno ugualmente abboccato all’amo.
La cronaca, riportata dai principali quotidiani nazionali ed internazionali, rivela che quella mattina del 14 maggio, l’economista e possibile candidato alle presidenziali francesi si accorge di avere il Black Berry sotto controllo, poiché un messaggio spedito alla moglie sta facendo il giro degli uffici di Sarkozy. A tal uopo, Strauss-Kahn chiede alla consorte di fargli bonificare cellulare e i-pad. Nel frattempo si prepara a ripartire, ma inspiegabilmente per una camera ancora occupata, entra nella suite la cameriera per svolgere le sue mansioni. La stessa cameriera, subito dopo il presunto stupro, invece di correre a denunciare l’accaduto, entra in un’altra stanza sullo stesso piano e vi si trattiene per qualche tempo. In compagnia di chi? Non si sa perché l’albergo non ha fornito ai legali di DSK il nome dell’ospite ignoto. Le telecamere a circuito chiuso del Sofitel riprendono poi uno strano confabulare, con tanto di give me five, tra Brian Yearwood, funzionario del Sofitel, ed uno sconosciuto. Segue balletto di gioia tra i due felloni.
Ma la notizia più eclatante è che Ren´Georges Querry, responsabile di tutta la sicurezza degli hotel Sofitel, è parente di Ange Mancini, coordinatore del servizi di sicurezza del Presidente Sarkozy. Et voilà le jeux sont fait. “Il nobile Bruto v’ha detto che Cesare era ambizioso: se così era, fu un ben grave difetto: e gravemente Cesare ne ha pagato il fio”. Bruto è uomo d’onore. Come Sarkozy. Tuttavia, non è credibile che i francesi potessero macchinare tutto questo ambaradan senza la collaborazione degli americani. DSK era evidentemente scomodo per gli uni e per gli altri. E’ notizia di queste ultime ore che il FMI, stia predisponendo un maxi finanziamento per l’Italia da 600 mld di euro. Nel fondo dirigono le operazioni cinque paesi: Usa, Francia, Germania, Inghilterra e Giappone. Si vogliono comprare l’Italia con il consenso dei nostri tecnici al governo e politicanti allo spasso. Forse DSK non era tra quelli disponibili a siffatte macchinazioni per cui è stato umiliato pubblicamente e scaricato con infamia. Siamo finiti in mano agli uomini d’onore che, con l’assenso dei nostri onorevoli codardi, stanno svendendo la nazione. Se passa la linea del FMI, cioè di Washington, Parigi, Berlino e Londra, l’Italia sarà strozzata economicamente dopo esser stata commissariata politicamente. Allora, miei cari concittadini, siete ancora convinti che loden e sobrietà siano meglio di bandane e festini? I porci ci hanno circuito e i parchi stanno abusando di noi.
Il “Glande Kahn”
di Gianni Petrosillo – 20/05/2011
Dirò subito quello che penso dell’arresto di Strauss-Kahn. A mio modo di vedere si tratta di una macchinazione per eliminare dalla scena mondiale un uomo divenuto scomodo tanto per gli americani, i quali hanno altri programmi per l’FMI (come dimostra l’ “eccitazione” con la quale Timothy Geithner, il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, ha chiesto al Fondo di nominare immediatamente un Presidente ad interim) che per l’Eliseo dove un malconcio Sarkozy sta facendo di tutto, compresa una guerra aggressiva contro un popolo sovrano qual è quello libico, per conservare il posto.
Grazie alla incresciosa situazione, guarda caso, il signor Bruni non si troverà più tra i piedi il suo ormai bruciato concorrente che proprio il 26-27 maggio a Deauville, nel nordest della Francia, avrebbe dovuto presiedere la riunione del G8, forse utilizzandola come una vetrina per accrescere il suo prestigio in patria e lanciarsi per la volata alle presidenziali del 2012.
Onestamente, non ce lo vedo proprio un dirigente di tale caratura, che per lustro ed importanza è paragonabile ad un capo di Stato, dimenticarsi dell’organismo da lui diretto e mettersi ad inseguire, con l’organo tra i polpastrelli, una pollastrella nera. E’ vero che nell’immaginario degli uomini il servizio alberghiero femminile in divisa scatena da sempre gli ormoni, ma è altrettanto vero che se Kahn è realmente un vecchio porco satirista come si dice, sarà passato già a cose più sofisticate, altro che cliché da depravati ordinari come cameriere, “casalingue”, infermiere e monache di clausura. Fosse stata una domestica vestita in abiti nazisti ci avrei sicuramente creduto, così invece i miei dubbi crescono esponenzialmente. Sono decenni che nei libri gialli i maggiordomi hanno smesso di essere gli assassini. Solo le spy stories continuano a scivolare sullo stesso consumato plot, che, tuttavia, per ora ha funzionato, come si evince dalle fasi iniziali di questa vicenda. Ma, soprattutto, anche impegnandomici molto con la fantasia, non riesco proprio ad immaginare come sia possibile concretare uno stupro per via orale. Mettere tra i denti di una persona recalcitrante un aggeggio così delicato è da folli, a meno che l’abusatore non si sia premunito tenendo con una mano il pistolino e con l’altra una pistola puntata alla nuca della sfortunata signorina. Sarebbe bastato cioè un morso ben assestato per mandare all’ospedale l’incauto galletto-porcello il quale prima d’imbarcarsi in siffatte avventure o avrà frequentato un corso accelerato di abusi sessuali sicuri, in particolare il modulo di 9 settimane e mezzo su come farsi slinguazzare evitando l’evirazione, oppure si sarà evidentemente accordato con la preda, aprendo il portafoglio prima di abbassare la lampo.
Ammettendo che un contatto sessuale ci sia effettivamente stato. E poi quanta fretta nell’arrestare il francese ed esporlo al pubblico ludibrio internazionale e quanto zelo da parte della direzione dell’albergo che ha creduto immediatamente alle parole di una dipendente con problemi economici ed una storia difficile alle spalle. Il presunto maniaco è così stato scortato in manette dalla polizia come un pericoloso gangster, l’Al Capocchia degli Champs-Elysées o lo spietato “Glande Khan” del Sofitel. Mi pare lapalissiano che si sia voluto colpevolizzare e condannare l’esponente socialista d’oltralpe per via mediatica per facilitare il successivo lavoro del giudice. Potrei sbagliarmi ma la scena più che pornografica mi appare ridicola. Insomma, per concludere, sento puzza di intrigo, internazionale più che sessuale.