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Ma come faccio a non parlare di elezioni?????

Creato il 15 settembre 2013 da Laperonza

 

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Volevo restarne fuori e lasciare i commenti a chi ci capisce senz'altro più di me. Mi ero ripromesso il silenzio, anche perché mi pare che il clima sia prematuramente arroventato, gli animi tesi, il nervosismo serpeggiante, tanto che per una considerazione di merito che mi sono permesso su una stupida lavagnetta ho scatenato le ire funeste della nuova nomenclatura della sinistra. Ho cercato di forzarmi alla desistenza ma, di fronte alle paginate di giornale piene di dichiarazioni e foto, e di fronte ad un panorama elettorale, seppur molto anticipato, che somiglia più a un film di Mel Brooks che alla realtà, mi prudono le dita e la tastiera richiama da lontano come una mitologica sirena.

C'è gente strana in politica oggi. Gente che, per quattro lunghissimi anni, pur ricoprendo ruoli chiave nella macchina amministrativa, pur ricevendo stipendi considerevoli, ti accorgevi che c'era solo dopo aver letto l'ultima sparata sul giornale, dopo aver visto una marcetta a passo dell'oca in Consiglio o una dichiarazione in difesa del nulla. C'è gente che ha collezionato più assenze in giunta che iniziative (rapporto prossimo a un certo N. : 0, vedi verbali di giunta, sono pubblici). Gente di forse anche buona volontà ma in balia degli amici o in attesa di un certo ritorno che, si sa, c'è stato per tutti.

Poi ci sono quelli dello Stranamore, volemosebbene, superiamo gli steccati ideologici in nome di un bene comune, di un ideale condiviso, di un progetto improcrastinabile che si chiama "battiamo il plurisindaco". Tutto qui? Sì, tutto qui, il progetto lo facciamo dopo. Intanto stabiliamo chi sarà il Sindaco, Il programma può attendere. Vocazione civica sbandierata e assenza sostanziale della società civile che verrà convocata, dopo però, quando mancheranno tre o quattro nomi ai sedici. Come sempre. Solo che, una volta battuto il plurieletto di cui sopra, che si fa, se il progetto è tutto lì?

Intanto il plurisindaco fa il Grande Vecchio della politica. Narra parabole, pontifica, benedice e maledice. Si bea di dissidenti e nuove aggregazioni che non lo dicono ma nascono solo per lui. Conosce il suo peso, il suo elettorato e la politica del do ut des. Muove silente le sue pedine, ogni tanto ruggisce da questo o quel giornale e sa che tutti sanno che quello da battere è lui. E se la gusta

La maggioranza fa largo uso di Attak, riappiccica pezzi, ripesca i cacciati e dà loro mandato di vita e di morte su tutto e su tutti, mandato di superare le deleghe (inutili pezzi di carta) e di fare show di vario genere. La leadership non sembra in discussione ma di leader ce ne sono troppi, come è sempre stato da qualche anno a questa parte. E ora si nota, anche perché c'è chi te lo fa notare.

Della cosiddetta antipolitica c'è poco da dire, fin'ora sostanzialmente invisibile speranza di redenzione e salvezza non priva di una certa spocchia. Ci sono le carte in regola per convincere e vincere ma manca la gente giusta. Ne parleremo quando daranno segno di sè.

C'è ancora una variabile rilevante. I fuoriusciti con porta sbattuta della sinistra storica, il quadrumvirato sempiterno che ti pareva l'avevi sconfitto e invece so’ duri a morire. Sono ancora in sella, hanno in mano una certa fetta di elettorato e non si sa che uso ne faranno. Va ricordato che i nostri vollero perdere l'ultima tornata perché non gradivano il candidato democraticamente eletto. Da cui ci possiamo aspettare di tutto.

Un quadro spettacolare, a dir poco, e in piena evoluzione. Come faccio a non parlarne? Dovrei ma non posso. Perdonatemi ma non riesco.

Luca Craia


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