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Ma è difficile!

Creato il 16 settembre 2015 da Tibisay
"Ma è difficile! Troppo difficile!"
Ultimamente sento questa frase riecheggiare praticamente ovunque.
Se non ci si trova davanti ad un maglione a maglia rasata o ad uno scialle a legaccio, ecco che parte il coro. Ma insomma, quante variazioni uno può fare su uno scialle legaccio? Una volta che abbiamo esaurito la lavorazione top down, bottom up, sideways, ci abbiamo messo scalini e ferri accorciati, sempre legaccio è. Intendiamoci: io lo adoro, il legaccio, amo alla follia i maglioni a maglia rasata, ma quanti ne possiamo avere nel nostro armadio?
Possibile che non venga voglia di affrontare qualcosa di nuovo? Certo che si! Magari un piccolo pizzo, delle treccine, una lavorazione a colori!
Non bisogna pensare subito di non essere capaci: bisogna (ogni tanto) cercare di sfidare noi stesse.
E quindi questi consigli sono per chi decide di affrontare una lavorazione leggermente più impegnativa.
  • usate buoni strumenti. Sembra banale ma non lo è. Se affronterete il lavoro con aghi vecchi, spuntati, cavi troppo corti o rigidi, filati scadenti e acrilici, è inevitabile che il vostro lavoro non ne trarrà di sicuro vantaggio, anzi! Sarà tutto più difficile e scadente. Usate buoni ferri e buoni filati e il risultato varrà tutte le ore spese sopra!
  • non leggere lo schema. No, non leggetelo. Primo perché vi spaventerà e vi farà pensare immediatamente di non essere capaci, secondo perché, affrontando riga per riga, parola per parola, e seguendo quello che c'è scritto, sarete in grado di affrontare qualsiasi sfida! Ci proviamo? Ma senza barare! In fondo sono solo punti! Gettati, diminuzioni, aumenti, diritti e rovesci… li sapete fare separatamente, perché mai non dovreste essere in grado di affrontarli tutti insieme?
  • lavorate in un ambiente comodo e bene illuminato, magari con vicino un piano d'appoggio dove trovare tutti i vostri attrezzi e le spiegazioni e forse una tazza di the! Non immaginate la differenza che può fare. Rilassate e tranquille, con tutto a portata di mano, lavorerete più speditamente e più sicure.
  • non interrompetevi. Oddio, certo che lo dovete fare! Ma non in mezzo al ferro o a metà di un modulo… se possibile non terminate solo il ferro, ma anche la ripetizione che state facendo: sarà molto più facile riprendere il lavoro. E, parlando di ripetizioni…
  • smarcate il lavoro già fatto, segnando con una matita o con un segnagiri quello che avete fatto: incredibilmente questo vi aiuterà a non confondervi e a lavorare con più lena, perché vorrete al più presto segnare un'altra crocetta (o puntino, o cuoricino, o… vabbè, la smetto).
  • non abbiate paura di usare i marcapunti e i segnagiri. Usateli senza risparmi e senza pietà! Vi saranno utilissimi per marcare le varie sezioni ed i vari moduli, per segnalare il cambiamento di punto, per marcare le righe di ripetizione!
  • fate una pausa. Alzatevi, sgranchitevi, fate la pipì, preparatevi qualcosa da mangiare, controllate i ragazzi che non abbiano demolito la camera… vi costerà cinque minuti e vi snebbierà il cervello.
  • alternate le lavorazioni. Lavorare solamente ad un progetto impegnativo può essere stancante. Non è una gara o una corsa: non occorre che lo finiate in due settimane! E probabilmente, se comunque riusciste a farlo, sareste nauseate e stressate, al punto di non osare più un pizzo o un maglione a trecce. Ebbene: abbiate un lavoro "sostitutivo", un paio di calzette semplici, un maglione a maglia rasata, insomma, qualcosa che sia uno scacciapensieri e che faccia andare veloci le mani. Dandovi comunque soddisfazione.
  • bloccate il capo finito. Questo soprattutto per i capi in pizzo, ma anche per tutti gli altri capi! Lavando e bloccando il capo con cura, tirerete fuori la vera bellezza! e sarà talmente bello e vi avrà dato talmente tanta soddisfazione, che vorrete subito farne un altro!
Ecco qua, è tutto. Sono pochi consigli, ma vedrete come vi aiuteranno! E soprattutto… fiducia! Se provate ci riuscite, se non lo fate, non sarete mai capaci. Ed in fondo che sarà mai? Al massimo dovrete disfare (ed io sono la REGINA del disfare!) il lavoro e riprendere, ma sarà un'utile esperienza in più.

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