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Ma i grillini sanno cos'è l'agenda digitale?

Creato il 08 marzo 2013 da Afrodite

Il Movimento 5 Stelle ha conquistato voti e consenso anche e forse soprattutto grazie alla Rete.
Ma qual è realmente il suo programma in relazione alla cosiddetta "Agenda digitale"?
In realtà non esiste un punto specifico che tratti di questo argomento, ma diverse proposte sono presenti all'interno dei differenti capitoli di cui il programma si compone.
Per esempio, nel campo Istruzione si propone la diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con accesso per gli studenti, la graduale abolizione dei libri di testo stampati e la loro sostituzione con quelli in formato digitale, l'e-learning (insegnamento a distanza) per i corsi universitari;  per la Salute si punta sulla pubblicazione online di liste d'attesa, prenotazioni e convenzioni con le strutture private; nel capitolo Informazione, uno dei più corposi, si ipotizza la copertura completa dell'Adsl a livello nazionale, l'introduzione dei ripetitori Wimax per l'accesso mobile e diffuso della Rete e l'allineamento delle tariffe di connessione a quelle europee; nei provvedimenti raccolti sotto il titolo Stato e cittadini si auspica la partecipazione diretta via web a tutte le iniziative di interesse pubblico come già avviene per Camera e Senato, oltre alla pubblicazione online dei progetti di legge tre mesi prima della loro discussione così che sia possibile per tutti leggerli e commentarli; infine, sotto il titolo Economia, si parla di uso di nuove tecnologie per consentire al cittadino l'accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari.
La sensazione però è che i seguaci del M5S, sicuramente utilizzatori della Rete, non siano tuttavia particolarmente informati su queste tematiche né molto interessati a discuterne.
La prova l'ho avuta leggendo i commenti a un post che si trova in home-page sul blog di Grillo dal titolo "Libero software in libero stato" (http://www.beppegrillo.it/2013/03/passaparola_-_libero_software_in_libero_stato-_richard_stallman.html#commenti) in cui si parla di Richard Stallman e delle sue idee sull'open source e il software libero.
Chiunque si occupi a vario titolo di questi temi sa chi è Stallman e conosce il suo verbo. Per chi non ne fosse al corrente lo possiamo sintetizzare così, utilizzando le sue stesse parole: il software libero è "quello che permette all'utente di avere il controllo sulle proprie attività informatiche e sul software che usa, anziché il contrario". Aggiungo anche che l'argomento, non certo per la gran massa ma per chi ne ha una minima infarinatura non è certo nuovo essendo almeno un decennio che si discute se sia meglio utilizzare i software "proprietari" che non rivelano i propri codici sorgente (come ha sempre fatto per esempio Microsoft) o i software come Linux che sono invece aperti alla condivisione.
Bene, leggendo i numerosi commenti postati sono veramente pochissimi quelli che entrano nell'argomento e tra questi alcuni lo fanno per criticare la contraddizione del M5S che, pur propugnando il free-software, poi utilizza una piattaforma come meet-up che non corrisponderebbe a questi criteri.
La stragrande maggioranza di chi commenta parla di tutt'altro. Per la cronaca, molti se la prendono con Grillo che non vuole "sporcarsi le mani" facendo un accordo con il Pd e minacciano di non dargli più il voto qualora si tornasse alle urne. E non manca neppure il solito illuso che chiede come fare domanda per avere il reddito di cittadinanza promesso dal capo nei suoi comizi  prima delle elezioni.
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