Partiamo da Milano. Il sindaco GiulianoPisapia annuncia l’istituzione del registro delle coppie di fatto. Pdl e Lega lo attaccano, la Chiesa reagisce da par suo e lo demonizza. D’altronde senza il demonio e senza il peccato avrebbe perso già da tempo buona parte del suo appeal, soprattutto sulle menti deboli e i cuori di coniglio. In attesa del registro che sarà istituito entro quest’anno, Pisapia decide di anticipare i tempi e inserisce le coppie di fatto fra i beneficiari dei fondi anticrisi. Il Pdl e la Lega lo attaccano, la Chiesa lo demonizza, i costituzionalisti parlano di un intervento giusto altrimenti si discriminerebbe e si registra ancora una volta, come per il caso precedente, il silenzio assordante del Pd. Tre sindaci, Emiliano, De Magistris e Zedda e un presidente di regione, NichiVendola, tuonano contro questo governo colpevole di volere a tutti i costi che gli enti locali svendano le scuole, gli ospedali, l’acqua, l’aria e la luce. De Magistris va oltre e dice “Io non vedo altro che poteri forti”. Massimo Zedda da Cagliari afferma: “Non vedo nessuna differenza fra il precedente governo e questo”, Michele Emiliano sindaco di Bari chiosa con un “Il mio partito dice che queste liberalizzazioni sono il nuovo Risorgimento. Mi dispiace, non sono d’accordo”. Il partito di Emiliano, come tutti sanno, è il Pd che, a parte le metafore surreali di Piergigi Bersani, non riesce ad articolare un ragionamento di “sinistra” manco a pagarlo. Abituato ad accontentarsi di poco (una promessa di ministero degli esteri europeo, un paio di poltrone in consiglio di amministrazione della Rai, la presidenza del Copasir), il Pd sembra aver smarrito di nuovo la via dei buoni proponimenti, quella che aveva contrassegnato la stagione del dialogo con l’Idv e con Sel. Sparito Bersani dalla foto di Vasto, come un fantasma quando si cerca di immortalarlo con l’obiettivo, il Pd è tornato ad azionare la sua potentissima macchina da guerra sempre di più verso il centro casiniano e l’idea di un nuovo centro europeo propugnata da Angelino Alfano. E, pur di non essere accusati di portare ancora avanti le vecchie e stantie fisime della sinistra, quelli del Pd hanno adottato il motto napoletano dello “scurdammoce ‘o passato” completandolo con il milanesissimo “tiremm innanz!” del patriota Amatore Sciesa. Così, in un battibaleno, per quelli del Pd è come se SilvioBerlusconi non fosse mai esistito e che a governare questi ultimi venti anni di storia patria sia stato qualcun altro. Magari uno statista vero. Già dalla schizofrenica campagna elettorale del "non sono mai stato comunista" Valter Veltroni, si era capito che il Pd non ama pestare i piedi a Silvio. Che preferisce blandirlo piuttosto che combatterlo e che, tutto sommato, conviene avere un nemico di nome Silvio piuttosto che uno serio contro il quale far fronte comune in nome degli ideali della sinistra. Preso atto che a Berlusconi interessavano solo gli affari suoi, il Pd ha sperato che Silvio si interessasse solo a quelli e lasciasse ai suoi bulimici dirigenti, qualche spazio di manovra in più. Quando si è reso conto che non c’era trippa per gatti e che l’dea della grosse koalition era andata cordialmente e letteralmente a puttane, il Pd, invece di iniziare la lotta, ha fatto finta di appoggiare i referendum contro la liberalizzazione dell’acqua, contro il nucleare, contro la porcellum mentre sotto sotto li stava boicottando. E chi afferma il contrario o è in malafede o è peggio del Pierino delle barzellette: mentitore e infingardo. Il Pd, insomma, ha rimosso Berlusconi dalla sua memoria e sta cercando di farlo anche con quella degli italiani perché resta difficile da capire il perché, ad esempio, l’altra sera da Santoro Enrico Letta non abbia fatto il nome di Silvio neppure una volta per addossargli un minimo di responsabilità per quanto è successo in Italia negli ultimi quattro lustri. Sarà perché stanno riassaporando il sottile piacere del potere, sarà perché senza governare quelli del Pd non ci sanno proprio stare, hanno deciso di mutuare dalla vecchia Democrazia Cristiana il fare sornione e un po’ gattopardesco con cui i dorotei della Balena Bianca blandivano i nemici riuscendo a stare sempre a galla, raro esempio di stronzi che non vanno mai a fondo. Grazie al meritorio, solidale e imperituro impegno degli uomini del Pd, Berlusconi si aggira ancora dalle parti della politica. E che nessuno si offenda o si sorprenda quando Silvio dice “Aspetto di essere richiamato”, perché ha imparato a conoscere i suoi polli e sa che non lo manderebbero in galera neppure se si fregasse i lingotti della riserva aurea. Il Pd giustizialista? Ma quando mai, Penati si potrebbe offendere e autosospendersi a divinis.