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Ma l’Europa è il punto di riferimento

Creato il 12 ottobre 2012 da Fabio1983
“C’è una questione democratica e una questione dell’euro”, dice l’eurodeputato del Pd, Gianni Pittella ai microfoni di T-MagTV. Te ne accorgi, in effetti, osservando le manifestazioni ad Atene e il dispiegamento massiccio delle forze dell’ordine per le strade della capitale ellenica (oltre 7000 tra poliziotti e agenti in tenuta antisommossa) in attesa dell’arrivo di Angela Merkel, martedì. Tanti cittadini non la vorrebbero tra i piedi – gli scontri in piazza ne sono una riprova – anche se lei afferma di venire in pace e che la Germania è ben disposta a concedere ulteriori aiuti qualora ce ne fosse bisogno. Il premier greco, Antonis Samaras, alla vigilia dell’incontro con la cancelliera tedesca, aveva lanciato l’ennesimo grido d’allarme: “Senza nuovi fondi sarà bancarotta”. In Grecia il tasso di disoccupazione si è attestato al di sopra della soglia psicologica del 25%. Quella giovanile (15-24 anni) è addirittura al 54%. Perché parlarne? Perché nell’ipotesi che il Paese ellenico non ce la faccia è difficile prevedere le ripercussioni sull’intero sistema dell’euro. C’è stato un momento in cui, anche in Italia, non si parlava d’altro. L’istituzione di un governo tecnico aveva presagito in principio una cessione di sovranità rispetto ai dettami di Bruxelles, gli stessi che compongono buona parte della cosiddetta agenda Monti per cui, a detta di molti, non potrà esserci alternativa nell’immediato futuro. Nel frattempo, però, ce ne siamo un po’ dimenticati, presi come siamo dalle impietose cronache politiche (chi compra i voti attingendo alla criminalità organizzata, chi si impossessa impropriamente di soldi pubblici) nonché dalle più classiche indiscrezioni da permanent campaign (le primarie, chi si allea con chi e via discorrendo). Ma l’Europa è sempre lì, pronta a ricordare le lacune di ogni singolo Stato membro. Fa sapere la Bce che in quattro anni nell’Ue si sono persi quattro milioni di posti di lavoro. Prima di varare qualsiasi misura, però, è necessario attuare il piano anti-spread per contenere la crisi del debito, avverte Francoforte. E qui le divergenze tra i piani alti dell’Eurotower e la Germania non sono mancate.
(continua su T-Mag)

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