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Ma l’ordine dei giornalisti non è il club di Topolino…

Creato il 19 maggio 2010 da Massmedili

Il 23 e i 24 maggio si tengono le elezioni per l’Ordine dei giornaliti. Embé? Bene qualche considerazione va fatta. Prima di tutto per chi vuole sapere dove e come, suggerisco la pagina Facebook Elezioni per l’Ordine dei giornalisti 2010.

Secondo. Perché è impotante votare per l’Ordine. Me lo sono chiesto anch’io. In realtà come giornalista Freelance il fatto di spendere tutti gli anni 100 euro per avere in tasca un tesserino rosso mi lascia abbastanza perplesso. A cosa mi da diritto? E’ più o meno impotante delle tesserine Ikea e D-mail che invece sono gratuite?

Mi sono sciroppato l’altra sera il convegno LA LIBERTA’DI STAMPA AI TEMPI DI INTERNET al circolo della Stampa di Milano in cui si parlava anche di questo. Fra l’altro anche perché l’ho chiesto ai relatori: a cosa serve essere iscitti all’ordine, per esempio, per chi tiene un blog.

L’avvocato Caterina Malavenda mi ha risposto chiaro e tondo “nulla”. In sostanza io pago 100 euro all’anno (per esempio invece di portare la famiglia la sera a mangiare la pizza) ma questo non mi da particolari vantaggi rispetto a qualcuino che lo fa senza tesserino in tasca, se non il dubbio privilegio di fare parte di un’organizzazione che in nome di un non meglio precisato principio di deontologia si riserva di sanzionarmi eventualmente con multe o censure. E allora l’idea, senza agitare subito lo spettro dell’abolizione dell’Ordine come ente inutile, è quello di un abbandono progressivo. Il tesserino rosso da giornalista che negli ultimi 25 anni è stato nella tasca destra dei miei pantaloni potrebbe finire in un cassetto insieme ad altri memorabilia che rappresentano cari ricordi ma sostanzialmente inutili nella vita di oggi, per capirci, come l’attestato di generalissimo del Club di Topolino che ho ricevuto a 6 anni.

Ma è proprio così? In realtà l’Ordine dei giornalisti da ai suoi associati anche un’altra cosa, secondo me indispensabile nell’era di quell’enorme mezzo di comunicazione che è Internet. Ovvero la tutela legale (penale e civile) del lavoro di giornalista ovvero della comunicazione di informazioni e opinioni qualificate. Questo potrà sembrare poco nel momento in cui in Thailandia si spara a giornalisti e fotografi, ma in realtà è già molto nel momento in cui leggi asfissianti rischiano di cancellare 70 anni di conquiste sulla libertà di stampa e di espressione. Pregasi vedere alla pagina http://www.repubblica.it/politica/2010/05/19/news/senato_accelera-4186524/?ref=HREA-1

Insomma, vale ancora la pena di averlo quel tesserino rosso. E di lottare con le unghie e con i denti per conservarlo.


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