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Ma Neil Simon l’avrà mai fatto, il fonico di palco?

Creato il 15 marzo 2011 da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Ma Neil Simon l’avrà mai fatto, il fonico di palco?Preso da un maschile raptus da confronto con la prestazione altrui, ieri sono volato su internet (ormai mia unica fonte di approvvigionamento libri) e in tre click ho acquistato “Questa volta è la mia storia”, l’autobiografia del commediografo newyorkese Neil Simon, caposaldo del teatro brillante contemporaneo.
Volevo vedere se anche a lui, magari agli inizi della sua carriera, sia capitato di lavorare come fonico di palco in uno dei suoi spettacoli.
Perché invece io quell’esperienza l’ho fatta, e mi sono divertito un sacco, molto più di quando, anni fa, finii sul palco come coprotagonista di “Figli maschi”, e la tensione era sempre troppo alta, per godersi davvero il momento.
 
L'altra sera, invece, mentre dal mio pc sparavo nelle casse le tante (tantissime) tracce audio che condiscono lo show, ho avuto una specie di vibrazione elettrica. Dunque i casi sono due: o mi sono preso la scossa con uno dei cavi di alimentazione del mixer, oppure da quello strano modo di essere al contempo dentro e fuori da un mio testo teatrale devo aver tratto delle energie positive.

E’ consuetudine, quando si sta costruendo uno spettacolo, organizzare piccole mises en espace, ancora prive di tutto (costumi, scenografie e scelte registiche) al solo fine di testare il funzionamento del copione, di confrontarsi con un pubblico-campione per vedere se l’idea regge, se le battute si capiscono e, più in generale, per accertarsi che l’idea di base non sia una stronzata madornale. Quando si lavora intensamente per mesi ad un progetto, dopo un po’ si perde la bussola, si fa fatica a guardare il tutto con un occhio esterno, quindi un piccolo collaudo è sempre raccomandabile.

Così, sabato scorso, Officine Papage ha organizzato una nudissima lettura di “Tutto Matto”, la mia commedia musicale sugli anni ’80 di prossimo allestimento, per una platea ristretta di invitati: addetti ai lavori, esperti del periodo, appassionati di teatro e una manciata di “spettatori puri”, gente lontana anni luce dai meccanismi del dietro-le-quinte ma comunque appassionata di teatro e di tempo che fu.
Nient’altro che i due attori, due leggii e due copioni. E, appunto, il sottoscritto alla consolle per lanciare in sala le canzoni vintage che fanno da colonna sonora.

Ovviamente non vi dirò come è andata la serata; vi basti sapere che la produzione dello spettacolo va avanti, e a ritmo sempre più serrato, cercando di bruciare le tappe per arrivare ad un'anteprima nazionale estiva, prevista a Genova per il prossimo mese di Luglio.
L’altra cosa certa è che ci sarà un sacco di musica, di effetti sonori, di registrazioni d’epoca per ricreare l’atmosfera di quegli anni. E garantisco che, per i tempi del debutto, a far da tecnico di palco ci sarà un professionista serio, non certo un autore raffazzonato che si improvvisa fonico.
Anche perché, proprio come Neil Simon, io, a Luglio, vorrei accomodarmi in platea e, assistendo alla prima, prendere appunti per la mia futura autobiografia.


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