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Ma quanti abitanti c'erano al tempo dei nuraghi?

Creato il 08 febbraio 2012 da Zfrantziscu

di Giovanni Ugas
Quando sono intervenuto con la mia nota “La resistenza degli Iliesi: un evento storico che l’archeologia non smentisce” avevo l’intento non di aprire una discussione, come si usa nei blog a botta e risposta,
ma semplicemente di esprimere il mio pensiero decisamente contrario, quasi una sorta di recensione a caldo, alle conclusioni perentorie di Piera Serusi sull’Unione Sarda “….qui finisce la mistica dell’identità. Qui si sgretola il campionario folk della Barbagia isolata e mai conquistata… un mito infondato che è stato ampiamente strumentalizzato e enfatizzato”. Infatti queste considerazioni, sorte da una lettura dei dati archeologici, negavano l’indipendenza dei Sardi Iliesi rifugiatisi nelle zone interne montane dell’Isola, che invece era stata affermata diversamente, con estrema chiarezza, dagli scrittori greci e romani e generalmente sostenuta dagli studiosi di storia antica, non solo sardi (vedasi ad esempio il Rowland).
Per ribaltare le affermazioni degli storici occorrerebbe portare prove evidenti di carattere storico-letterario e archeologico. Teoricamente, neppure l’adozione della lingua latina, e occorre stabilire quando avvenne con esattezza, è di per se una prova dell’asservimento dei Barbaricini; infatti alle popolazioni montane iliesi dell’interno ancora libere poteva essere utile, per ragioni commerciali e per evitare l’isolamento, apprendere la lingua latina per il tramite delle popolazioni iliesi delle piane e delle fasce collinari che, soggette ai romani, avevano già acquisito la lingua dei vincitori e potevano ben trasmetterla. La metafora di Giovanni Lilliu sulla “riserva indiana” barbaricina non va interpretata alla lettera e di certo se gli Iliesi delle montagne erano “una riserva indiana” rispetto ai romani, non erano affatto privi di contatti con le altre popolazioni... [sighi a lèghere]

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