Meditavo sul fatto che in Australia ho fatto ben due tatuaggi e che non ve li ho mai fatti vedere!! Il primo è questo:
La foto è stata fatta ad ottobre, nel Kalbarri National Park, Australia. Rosicate. Quella in cui sono seduta è una incredibile e casualissima cornice naturale. Il tatuaggio è quello che c'è lì, all'altezza dell'incavo tra ascella e petto. E' un cuoricino. OOOOOOOOOOOOOOH! No, non è un cuoricino a caso, è il calco di un cuoricino d'argento che mi ha regalato la mia Silvia londinese, la mia anima gemella; me l'ha portato da Sedona, città magica che c'è in Arizona. L'ho sempre tenuto con me nel portafogli, in uno scompartino speciale e segreto, e ce l'ho ancora, ma ho pensato che tatuandomelo, ce l'avrei avuto per sempre. L'ho fatto fare lì perchè è un punto di energia che se premuto da' quel dolorino misto a piacere, tipo quando vi schiacciano le scapole, solo che schiacciando qui, si aprono tipo anche i polmoni. Lo facevo sempre a Silvia quando abitava ancora a Milano. Nel bel mezzo di una conversazione le schiacciavo quel punto e lei non capiva più niente. E così me lo sono tatuato, in segno del mio amore immenso per lei. L'ho fatto una mattina di marzo a Melbourne, in compagnia di Rob e Claudia, i miei cugini super ospitosi, talmente ospitosi che me l'hanno pagato loro, come regalo. Aver fatto questo mini tatuaggio mi ha subito fatto venire una voglia incontenibile di farne un altro, più grande. Ho passato mesi e mesi a pensarci su, finchè m'è venuto il colpo di genio. Volevo qualcosa che avesse un forte significato per me, che mi ricordasse quell'esperienza meravigliosa e i motivi per cui l'avevo vissuta e il modo in cui l'avevo vissuta. E questo è il risultato:
Che ricorda l'Australia c'è la Southern Cross, la Croce del Sud, la costellazione che compare sulla bandiera australiana e che si vede solo nell'emisfero australe. Quante notti spese ipnotizzata a guardare quel cielo nero nero nero con quelle costellazioni sconosciute e Orione a testa in giù, magico. Dentro ci ho messo una frase del mitico Henry David Thoreau, l'uomo su cui ho scritto la tesi. "Not till we are lost do we begin to find ourselves". Non è finchè ci perdiamo che iniziamo a trovare noi stessi. Come me, che ho perso l'orientamento sottosopra e ho perso me stessa, per poi ritrovarmi, per poi iniziare a conoscermi profondissimamente. E la chicca fenomenale è che la scrittura usata è proprio quella di Thoreau! Ho trovato dei suoi manoscritti scannerizzati online, li ho mandati al mitico Simone di Torino, che li ha passati a suo padre, che nel giro di qualche giorno, grazie a Photoshop, ha unito le lettere a formare la frase. Il tatuatore è stato il mitico James Brown con studio a Rye, nella Mornington Peninsula! Questo me lo sono ovviamente pagato io e l'ho fatto a settembre. Ok, sono le 3 passate, è meglio che vada a letto, domani pranzo da zio Ciccio e zia Angela, poi in posta a pagare una multa, in erboristeria e poi a Milano per cena a incontrare la mia Silvia di passaggio qui a Milano. Notte!






