Alle volte le difficoltà sembrano sovrastare la passione fino al punto di non ritorno, il momento in cui manderesti tutto all'aria, stanca di lottare contro lo schermo vuoto del computer, o contro un'ispirazione che non vuole saperne di arrivare.
Sapete, al momento pensare a ciò che scrivo e al perchè lo faccio mi pare del tutto senza senso: insomma fatico a rispondere con sicurezza. Anzi: non riesco a rispondermi e basta!
Quindi mi sono detta "Perchè non chiederlo ad altri?".
Così è partita la ricerca: volevo qualcuno che riuscisse a soddisfare la mia curiosità, mi rendesse parte del suo mondo, magari lasciandomi trarre qualcosa di buono anche per il mio.
L'ho trovato?
Beh, a dire il vero, no.
ho trovato qualcuno che è riuscito ad alimentare la mia curiosità, senza soddisfarla, lasciandomi il bisogno di cercare ancora.
spero accada lo stesso anche a voi.
Ecco a voi Francesco Satanassi.
1) Perché scrivi?
Perché scrivo.. perché scrivo.. in realtà non ho uno scopo. C’è a chi piace la pioggia contro il vetro della finestra, forse a me piace il suono delle dita sulla tastiera.
2) da dove trai ispirazione?
Da tutto e niente. Soprattutto da tutto. Dentro “Hanno detto che piove” ci sono tante di quelle cose prese dalla realtà che a volte mi trovo a raccontare qualcosa a un amico e lui mi dice che la sa già, perché l’ha letta nel libro. Quindi o sono una persona che parla sempre delle stesse cose, oppure non lo so. E poi ci sono un sacco di citazioni prese da film e canzoni che (non) spiego in fondo al libro. Non ho ancora incontrato uno che le abbia trovate tutte.
3) come definiresti il tuo modo di scrivere?
Altra domanda difficile. Non so mica giudicare il mio stile, cioè, finirei per essere antipatico, e invece io sono simpatico, e un simpatico che passa per antipatico gli vengono le paranoie. E poi tutti starebbero qui a dire Ecco, sentilo, che antipatico, scrive proprio come parla!
In effetti sì, forse scrivo come parlo, che ancora non so se è un bene o un male, però mi sa che è proprio così.
4) cosa significa essere uno scrittore emergente al giorno d'oggi?
Significa avere avuto un’idea a averla portata fino in fondo. Cosa che per me è molto rara!
5) qual'è la più grande soddisfazione ottenuta grazie alla scrittura?
La prima soddisfazione è dimostrare che si può scrivere un libro, stamparlo e distribuirlo anche aggirando gli editori. Io ho fatto così e per ora funziona. Ho riportato sul mio blog francescosatanassi.tumblr.com che avevo scritto un libro chiedendo chi era disposto a spendere dieci euro per una copia. Ecco, ho appena superato le cento copie vendute in poco più di un mese e ciò significa che mi sono praticamente rifatto i soldi spesi in stampa e rilegatura. Il buon vecchio passaparola, insieme a internet, ha funzionato. La seconda soddisfazione è stata vendere delle copie a persone che non mi conoscono, quindi fuori dal giro di amici, che il libro, lo sai anche te, lo comprano sempre e ti dicono sempre che gli è piaciuto.
6) cosa ti spinge a continuare, malgrado le normali difficoltà?
Le mie difficoltà sono diverse da chi scrive per un editore, io mi devo preoccupare di pubblicizzare e distribuire da solo e poi te l’ho detto, ho fatto questa cosa perché avevo un po’ di cose da tirare fuori, e quando sono uscite sono diventate “Hanno detto che piove”, che poi è il titolo del mio libro. Vediamo se ci sarà un secondo libro, penso di sì, due sere fa avevo pure trovato il titolo, ma poi l’ho dimenticato. A volte so essere molto pigro.
Contatti:
checcosata@gmail.com
Hanno detto che piove
e voi amici, cosa ne pensate?
Buona giornata e buona fortuna a tutti voi!