Se un atto, una volta compiuto, fosse in sé concluso,Il dramma, suddiviso in cinque atti, inscena la vicenda di Macbeth di Scozia, generale vincitore, assieme al fido Banquo, sulle truppe di Norvegia e Irlanda. Dopo la battaglia a Macbeth e Banquo appaiono tre streghe, le Sorelle Fatali, le quali predicono a Macbeth il suo destino di re e a Banquo quello di essere padre di un futuro sovrano. Scosso dalla profezia, Macbeth si confida con la moglie, raccontandole l'accaduto in una missiva, e Lady Macbeth diviene per prima consapevole della necessità di far avverare il vaticinio: sarà lei stessa a far pressione sulla debole volontà di Macbeth, troppo incline agli scrupoli della moralità, affinché conquisti il regno che è a lui destinato. Tentato da Lady Macbeth, il generale fa assassinare il re Duncan mentre è ospite nel suo palazzo ad Inverness, facendo ricadere la colpa sulle sue guardie, cadute in un sonno profondo grazie ad un sonnifero preparato dalla moglie. Versato una prima volta il sangue in nome del potere e irretito dal delirio della sua regina, Macbeth fa uccidere Banquo e ordina l'assassinio del figlio di questi che, però, riesce a sfuggire all'agguato dei sicari. L'apparizione del fantasma di Banquo, tuttavia, inizia a far vacillare Macbeth, che, al pari della sposa, cade preda del delirio, dei mostri generati dal sangue e della paura che il potere conquistato al prezzo della dannazione possa essergli sottratto. Saranno le streghe a svelare a Macbeth, attraverso l'evocazione di tre fantasmi, il futuro del suo regno: la sua fine giungerà quando il bosco di Birnan avanzerà sulla fortezza di Dusinane, grazie ad un uomo non nato da una donna.
rapidamente sarebbe consumato: se l’assassinio
potesse sfuggire alle sue conseguenze e afferrare
l’obiettivo raggiunto; se questo colpo
potesse essere di tutto principio e fine,
su questa sponda secca del tempo
rischieremmo la vita. Ma in questo modo
ci aspetta il giudizio; perché insegniamo
il sangue, che, insegnato, ritorna
a contaminare l’insegnante: quest’equa giustizia
porge gli ingredienti del calice da noi avvelenato alle nostre stesse labbra.
Vieni, o densa notte, e ammantati del più grigio fumo dell’inferno,
che la mia lama affilata non veda la ferita che apre
e che il cielo non penetri il drappo dell’oscurità
per gridare «Ferma, ferma!»
J.S. Sargent, Ellen Terry
come Lady Macbeth (1889)
Stelle, spegnete le vostre fiamme,Macbeth, inoltre, ha il pregio di restituire un'atmosfera calzante alla tragedia: castelli cupi, bagliori di fiammelle, streghe che cantano nell'ombra i loro incantesimi, apparizioni di spettri, pozze di sangue e il suono dei corni di guerra avvolgono il lettore in un vortice di emozioni amplificate, anche se concentrate in un libricino e non agite su un palcoscenico.
non illuminate i cupi, profondi miei pensieri:
l'occhio non scorga la mano; ma si compia ciò che l'occhio
avrà orrore di vedere una volta compiuto!
Forte dell'esperienza più che positiva di questa lettura, proseguirò la maratona i compagnia degli amici di Scratchbook e invito tutti voi a partecipare alla splendida iniziativa nell'apposito spazio Facebook in cui possiamo scambiare impressioni e consigli per conoscere e capire meglio la meravigliosa arte di Shakespeare in questo quarto centenario dalla sua morte.
Domani, domani e domani,
avanza a poco a poco, giorno dopo giorno
verso l’ultima sillaba del copione,
e tutti i nostri ieri avranno illuminato a degli sciocchi
la polverosa via della morte. Spegniti, spegniti, breve candela!
La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore
che si pavoneggia e s'agita sulla scena per il tempo assegnato,
e poi nulla più s’ode: è un racconto
narrato da un idiota, pieno di rumori e strepiti
che non significano nulla.
J.H. Füssli, Le tre streghe
C.M.Articolo originale di Athenae Noctua. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore e senza citare la fonte.