Maccari vicino al PDL rimane al TG1. Vittoria dell’informazione democratica ed equilibrata. Rizzo Niervo si dimette e non ci dispiace

Creato il 01 febbraio 2012 da Iljester

Dopo la ‘defenestrazione’ di Augusto Minzolini, qualcuno, a sinistra, sognava già di okkupare (sì con la k) seduta stante la poltrona del TG1. Ebbene, a quanto pare, ha fatto i conti senza l’oste (Lorenza Lei). Il telegiornale della rete ammiraglia Rai, con un coupre de theatre, rimane saldamente nelle mani di un uomo dall’alto profilo professionale, la cui unica colpa è di non essere vicino alla sinistra: Alberto Maccari.

Al PD questa scelta del CDA di viale Mazzini non è andata giù. Rizzo Nervo si è dimesso in polemica (sia lode), e il presidente Garimberti — dopo una prima minaccia di dimissioni — ha deciso di rimanere per combattere dall’interno. Cosa? Non ho capito. Maccari ha passato quarant’anni in Rai, ed è un giornalista piuttosto stimato e amato dai colleghi. In questi due mesi non mi è parso di aver visto nel Tg1 eccessi o faziosità politiche, invece alquanto comuni nel Tg3. L’unico problema — per il quale il PD si sta strappando i capelli — è dunque che Maccari non è di sinistra.

Questo dimostra ancora una volta che l’ansia da occupazione delle poltrone è un’ansia soprattutto di sinistra. Eppure loro hanno Garimberti, e nessuno a destra si lagna un giorno sì e l’altro pure di questa ingombrante presenza, differentemente da Bersani che ora parla a margine della nomina di Maccari addirittura di «distruzione dell’azienda pubblica». Roba da far ridere e piangere allo stesso tempo.

Roba italica che dimostra ancora una volta la piccolezza dei nostri politici sinistrati. Perché — sapete — non conta nel nostro paese se una persona è valida oppure no, se ha una certa professionalità o è una persona che per la propria dedizione merita un premio professionale. Conta l’area politica a cui ella fa riferimento. Come se un direttore di sinistra garantisse meglio l’informazione di un direttore di destra o viceversa. Eppure, si è vista la Berlinguer al Tg3. Certamente il suo tg non spicca per obiettività. Dunque che vuole Bersani? E che vuole Rizzo Nervo? Per loro una Rai libera è una Rai occupata da giornalisti di sinistra. Un’arroganza senza fine, direi.

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Tornando a Maccari, il suo TG1 avrà comunque vita ‘corta’ o comunque non sarà a tempo indeterminato. A giugno scadrà l’attuale CDA e dunque si cambierà timoniere. In pole position per la poltrona di presidente — neanche fosse stato fatto apposta — ci sono due uomini vicini alla sinistra (finora non ho ancora visto un presidente Rai di ‘destra): Giulio Anselmi e Claudio Cappon. Dunque di cosa si lamentano Bersani e Rizzo Nervo? Probabilmente a giugno se uno di questi due prenderà la poltrona di presidente, si discuterà anche del nuovo direttore del Tg1, e probabilmente — perché alla fine è così che finiscono i giochi — sarà uno di sinistra. Allora ipocritamente vedremo Bersani ciondolare e dire che la scelta è una scelta giusta che riporta la Rai nell’alveo della democrazia e della crescita professionale. Quale, si vede con negli emolumenti riconosciuti a Celentano per la sua partecipazione al Festival di Sanremo. L’anno scorso Benigni, quest’anno Celentano. Due uomini, pagati profumatamente (centinaia di migliaia di euro) per sparare critiche sul centrodestra. E poi parlano pure di Rai occupata da Berlusconi.

di Martino © 2012 Il Jester 


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