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Macedonia. Ancora scontro su data elezioni, rischio proteste di piazza

Creato il 20 gennaio 2016 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

macedonia_flagdi Giacomo Dolzani

Rischia di degenerare nuovamente la situazione politica in Macedonia, nonostante gli accordi tra maggioranza ed opposizione, raggiunti sotto l’egida dell’Unione Europea, per risolvere la crisi
nata a seguito della pubblicazione da parte di Zoran Zaev, leader della minoranza socialdemocratica, di intercettazioni telefoniche le quali hanno messo a nudo il regime di corruzione e malaffare che regna tra i membri dell’esecutivo.
Benché l’intesa, stipulata grazie alla mediazione di Johannes Hahn, il Commissario Europeo per l’Allargamento tra Sdsm (Unione socialdemocratica di Macedonia), la formazione di Zaev, il Pdsh (Partito Democratico degli Albanesi) e la coalizione di governo di ispirazione conservatrice, guidata dal Vmro-Dpmne (Partito democratico per l’unità nazionale macedone), preveda tra i suoi punti anche le elezioni anticipate, fissate per il 24 aprile, le opposizioni hanno contestato questa data in quanto, a loro dire, non ci sarebbero le condizioni affinché possa essere garantita la correttezza nelle operazioni di voto e la libertà della stampa, ancora strettamente sotto il controllo del governo.
Le dimissioni del contestato premier, Nikola Gruevski, arrivate venerdì 15 gennaio, avevano aperto la strada alla creazione del nuovo governo, alla cui formazione avrebbero dovuto partecipare tutti gli schieramenti; benché anche uomini appartenenti ai partiti di minoranza siano stati nominati ministri del nuovo esecutivo, il voto di fiducia a quest’ultimo ed al nuovo premier, Emil Dimitriev, è avvenuto unilateralmente con i soli voti del Vmro-Dpmne, portando ad un nuovo scontro con il Sdsm.
Zaev e gli uomini del suo staff, nelle ultime ore, hanno infatti annunciato pubblicamente la possibilità di nuove manifestazioni di piazza, cosa che rappresenterebbe un passo indietro, che costituirebbe un ritorno alla situazione di conflitto presente fino alla scorsa estate.
La posizione delle minoranze, oltre che da diverse organizzazioni non governative, è stata avallata anche dall’ambasciata britannica a Skopje, la quale ha diffuso un comunicato in cui si parla di “necessità che si svolgano delle elezioni credibili”, soprattutto di fronte agli occhi di Bruxelles, date le aspirazioni europeiste macedoni.
Le mancate riforme istituzionali, la corruzione dilagante ed il clima di repressione instaurato dal governo dell’ex primo ministro Gruevski, non consentono infatti lo svolgersi di una tornata elettorale il cui risultato possa rispecchiare la reale volontà popolare.
Il duro scontro tra le due parti, che prosegue da oltre un anno, è scaturito dalla pubblicazione da parte del Sdsm di migliaia di intercettazioni telefoniche, dalle quali si è scoperto che l’esecutivo avrebbe spiato illegalmente le telefonate e le e-mail oltre 20.000 cittadini tra giornalisti, politici e attivisti di ong. In queste registrazioni si possono ascoltare funzionari del governo, ministri e lo stesso premier, discutere di brogli elettorali, di controllo della stampa, di pilotare nomine a cariche pubbliche, di insabbiare casi di omicidio ed altre questioni che hanno portato a galla il sistema di corruzione che permea le istituzioni del paese balcanico.
Gruevski ha sempre sostenuto che queste registrazioni, a suo dire false, sarebbero state create appositamente da dei non meglio definiti servizi segreti stranieri, i quali le avrebbero fornite a Zaev (nel mentre accusato di spionaggio ed attività sovversiva) con il fine di destabilizzare il paese.

da Notizie Geopolitiche



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