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Macedonia. Raggiunta intesa per risolvere crisi politica

Creato il 06 novembre 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

gruevski_zaevdi Giacomo Dolzani

È stato raggiunto questa notte, dopo ore di discussione, un accordo (l’ennesimo) tra il governo di Skopje ed i partiti di opposizione, il quale dovrebbe portare ad una soluzione della lunga crisi politica che ha coinvolto la Macedonia, cominciata con la pubblicazione di intercettazioni compromettenti di funzionari dell’esecutivo da parte di Zoran Zaev, leader del Sdsm (Partito socialdemocratico di Macedonia), principale formazione di minoranza.
Già diversi mesi fa, organizzati sotto l’egida dell’Unione Europea e di Johannes Hahn, Commissario Ue per la Politica di Vicinato e i Negoziati per l’Allargamento, i numerosi vertici tra le due fazioni erano terminati con un’intesa che prevedeva elezioni anticipate per il prossimo aprile, un governo di unità nazionale, il quale avrebbe compreso anche ministri dei partiti di opposizione e la formazione di una commissione di inchiesta, al fine di far luce sui presunti reati di spionaggio, nei confronti di migliaia di cittadini macedoni, commessi dal governo.
La reticenza ad adempiere ai termini dell’intesa da parte del Vmro-Dpmne (Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone), formazione di maggioranza presieduta dal premier Nikola Gruevski, ha però fatto precipitare nuovamente la situazione, portando il Sdsm ad abbandonare il tavolo delle trattative ed a minacciare di far saltare l’accordo.
Con l’intesa raggiunta oggi sono stati di fatto ribaditi gli impegni presi mesi fa: si è infatti concordato che la vice-presidente del Sdsm, Frosina Remenski, diventerà ministro del Lavoro, mentre il segretario generale dei socialdemocratici, Oliver Spasov, ricoprirà la carica di ministro degli Interni, ruolo che consentirà alle opposizioni di organizzare le elezioni anticipate in maniera concertata con la maggioranza, mentre altri membri dell’opposizione assumeranno il ruolo di vicesegretari in altri dicasteri.
Altro punto chiave è la decisione di approvare la squadra di magistrati presentata da Katica Janeva, procuratore speciale nominato per condurre le indagini sulle attività illecite dell’esecutivo, fortemente ostacolata dal Vmro-Dpmne, restio a dare il via ad un’inchiesta contro i suoi stessi dirigenti.
Tra i termini dell’accordo c’è poi l’approvazione di una legge, sostenuta dall’opposizione, che protegga coloro che forniscano informazioni riservate riguardanti reati commessi da membri delle istituzioni e, contemporaneamente, l’introduzione di una norma sulla privacy voluta dal governo, la quale impedisca al Sdsm di pubblicare altre intercettazioni compromettenti.
Entrambi i leader, sia Zaev che Gruevski, si sono detti soddisfatti dell’accordo, nonostante il premier abbia fino a pochi giorni fa provato di tutto per evitare qualunque tipo di intesa, raggiunta unicamente in seguito a forti pressioni da parte di Ue e Stati Uniti. Il capo del governo ha infatti dichiarato che: “ad aprile i cittadini potranno decidere chi merita la loro fiducia e chi invece è da biasimare”; contemporaneamente il leader del Sdsm ha parlato invece di “nuovo inizio per la Macedonia ed il suo popolo”.
Questo scontro politico è iniziato a seguito della pubblicazione, da parte dello stesso Zaev, di migliaia di intercettazioni telefoniche, nelle quali viene messo a nudo un sistema di controllo della popolazione organizzato dal governo, il quale avrebbe spiato oltre 20.000 cittadini tra politici, giornalisti e membri di ong..
A questo si aggiungono poi le registrazioni delle conversazioni tra funzionari dell’esecutivo, ministri e lo stesso Gruevski, nelle quali si discute di controllo della stampa, nomine pilotate per assegnare posti chiave della pubblica amministrazione a persone fidate, insabbiare casi giudiziari a carico di uomini di governo ed anche di brogli elettorali, palesando il sistema di corruzione che regna nelle istituzioni del paese balcanico.
La tesi sostenuta da Gruevski è invece che queste intercettazioni sono dei falsi, realizzati ad hoc da dei non meglio precisati servizi segreti stranieri e fornite da questi a Zaev, con il fine di destabilizzare il governo e l’intero paese.

da Notizie Geopolitiche



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