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Macedonia. Raggiunto accordo Gruevski-Zaev per Governo di unità nazionale

Creato il 15 luglio 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

gruevski_hahn_zaevdi Giacomo Dolzani

Dopo mesi di trattative è stato finalmente raggiunto un accordo tra governo di Skopje ed opposizioni, al fine di risolvere la grave crisi politica nata in Macedonia in seguito alla pubblicazione, da parte del leader dell’opposizione, il socialdemocratico Zoran Zaev, di intercettazioni telefoniche compromettenti che hanno dimostrato la corruzione e il malaffare che regnano tra i membri dell’esecutivo conservatore del premier Nikola Gruevski.
L’annuncio dell’accordo è stato dato tramite un tweet da Johannes Hahn, il Commissario Europeo per l’Allargamento, che sin dal principio si è occupato di redimere questa controversia: “Un’intesa è stato raggiunta dai leader nell’interesse del Paese e dei suoi cittadini” si legge. Hahn ha poi aggiunto che il ristabilirsi di un clima costruttivo “potrà tenere aperte le porte per una prospettiva euroatlantica del paese, favorendo l’implementazione delle riforme necessarie”.
L’accordo tra Gruevski, Zaev e Ali Ahmeti, leader del Partito Democratico degli Albanesi, formazione di minoranza, è stato ratificato poco dopo la mezzanotte di oggi e prevede l’implementazione di diversi punti, tra i quali la creazione di un nuovo Governo di unità nazionale, che vedrà la luce il 15 gennaio 2016 e, in 100 giorni, servirà a condurre il paese ad elezioni anticipate, previste per il 24 aprile.
Nonostante in passato il premier avesse più volte affermato che non avrebbe mai accettato di amministrare la Macedonia assieme all’opposizione, benché nuovo Esecutivo sarà ugualmente guidato da Gruevski e dal Vmro Dpmne, vi prenderà però parte anche il Sdsm, il partito socialdemocratico di Zaev, oggi all’opposizione, il quale nominerà, in accordo con la maggioranza, il ministro degli Interni e quello del Lavoro, oltre al viceministro delle Finanze, quello dell’Agricoltura e delle Telecomunicazioni, i quali disporranno del diritto di veto sulle scelte del Governo riguardanti l’organizzazione delle future elezioni parlamentari.
Zaev, durante la conferenza stampa di questa mattina, si è detto soddisfatto di tali condizioni, le quali consentiranno alle opposizioni di prendere parte all’allestimento della prossima tornata elettorale, impedendo così alla maggioranza di creare le condizioni per una ripetizione dei brogli che, secondo il leader del Sdsm, avrebbero consentito ai conservatori di “rubare la vittoria” alle elezioni del giugno 2011.
Oltre a questi punti l’accordo prevede anche l’istituzione di una commissione di inchiesta, la quale indaghi sulla questione delle intercettazioni che, secondo le accuse di Zaev, il Governo avrebbe condotto per tenere sotto controllo i suoi cittadini.
Il duro scontro tra le due parti è nato infatti in seguito alla pubblicazione da parte di Zaev di migliaia di intercettazioni telefoniche, tramite le quali si è scoperto che l’Esecutivo avrebbe spiato illegalmente le telefonate e le e-mail oltre 20.000 cittadini tra giornalisti, politici e attivisti di Ong. In queste registrazioni si possono ascoltare funzionari del Governo, ministri e lo stesso premier, discutere di brogli elettorali, di controllare la stampa, di pilotare nomine a cariche pubbliche, di insabbiare casi di omicidio ed altre questioni che hanno portato a galla il sistema di corruzione che permea le istituzioni del paese balcanico.
Gruevski ha sempre sostenuto che queste registrazioni, a suo dire false, sarebbero state create appositamente da dei non meglio definiti servizi segreti stranieri, i quali le avrebbero fornite a Zaev (nel mentre accusato di spionaggio ed attività sovversiva) con il fine di destabilizzare il paese.
Alle manifestazioni di piazza, organizzate sia dai partiti di maggioranza che da quelli di opposizione, si è poi aggiunta la sollevazione dei comitati studenteschi contro la riforma dell’Istruzione Superiore, che ha portato decine migliaia di universitari a scendere nelle strade della capitale per protestare e chiedere il ritiro del provvedimento.
Questa situazione di altissima tensione, incrementata ulteriormente dagli scontri nel nord del paese con i gruppi armati di indipendentisti albanesi, sta compromettendo notevolmente il percorso di integrazione dello stato balcanico nell’Unione Europea e nella Nato, le quali richiedono riforme radicali, anche nella lotta alla corruzione, che Skopje non è stata finora in grado di mettere in atto.

da Notizie Geopolitiche



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