di Valentina Di Cesare - Dopo la decisione di Bruxelles (seppur ritardata dall’intervento della Romania sulla minoranza romena in Serbia) che ha conferito a Belgrado lo status di candidato all’ingresso nell’Unione Europea, è tornata nuovamente in auge la nota questione del Kosovo.
Tadic nonostante l’intenzione di proseguire il dialogo con Pristina sull’energia, le telecomunicazioni e la libera circolazione del personale Kfor ed Eulex, ha dichiarato apertamente di non potere nè volere mai riconoscere l’indipendenza delKosovo. Dopo la lunga maratona con cui i governi serbo e kosovaro hanno raggiunto l’accordo sulla rappresentanza regionale e sui valichi di frontiera, un piccolo asterisco sul nome del Kosovo sarà il passpartout di Pristina nei forum internazionali, finora delegati all’Unmik, un asterisco che, come nelle note dei libri di scuola, rimanderà alla nota Risoluzione 1244 e al parere della Corte Internazionale sulla dichiarazione d’indipendenza del
Kosovo.
Il successo di un simbolo, “grottescamente” in grado di mettere d’accordo per motivi opposti e sotto differenti interpretazioni le autorità serbe e kosovare, è sembrato alla Repubblica di Macedonia un buon esempio da seguire per tamponare l’annosa disputa del nome che coinvolge Skopje e Atene da più di vent’anni. Il presidente macedone Ivanov, lamentando la mancata collaborazione dei greci nei dialoghi di risoluzione, si dice molto ansioso per l’ingresso della Macedonia nell’Unione ritardato dalla vicina Grecia, che ad Ivanov sembra troppo refrattaria ad una tregua; la Macedonia fa da spettatore agli accordi serbo-kosovari o a quelli meno recenti croato-sloveni e si dice delusa di come tutto ciò non sia possibile con la Grecia. Per accelerare il processo di adesione all’UE ed alla NATO perciò il governo macedone ha pensato alla soluzione dell’asterisco anche perchè secondo Ivanov non è più tollerabile che sia la questione del nome a ritardare un processo così importante per la Macedonia come l’ingresso nell’UE.
Neanche nel summit della NATO previsto a Chicago per il mese di maggio 2012 infatti, è stata inserita in agenda la questione della Macedonia, mentre la disputa sul nome è stata nuovamente discussa dai due primi ministri greco e macedone nei giorni scorsi a Bruxelles ma la Macedonia sembra non aver affatto intenzione di indietreggiare sulla questione che secondo il primo ministro Gruevski è in linea con la propria storia ed è l’unico nome che il piccolo stato dell’Europa meridionale potesse scegliere dopo la dissoluzione della Jugoslavia.
Dalla Grecia il premier Papademos aveva già fatto sapere che l’urgenza della situazione interna, non avrebbe permesso ai greci almeno nell’immediato futurodi concentrarsi sulle dispute relative al nome, e sulla soluzione dello strategico asterisco. [ http://eastjournal.net ]