Meglio tardi cha mai - Ci sono voluti quasi tredici anni ma adesso la vicenda dell’irruzione nella scuola Diaz, che chiuse nel sangue i giorni drammatici del G8 di Genova, può dirsi finalmente compiuta (Fonte: Massimo Solani - l'Unità)
Fra Natale e Capodanno, su ordine del tribunale del capoluogo ligure, sono stati infatti arrestati 11 dei poliziotti condannati in via definitiva per l’irruzione del 21 luglio 2001 nella scuola dormitorio e per l’introduzione nella stessa di prove false che erano servite a giustificare la «macelleria messicana» (la definizione è di Michelangelo Fournier, all’epoca del G8 vicequestore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma) che aveva causato 87 feriti gravi e gravissimi. Gli ultimi due funzionari per cui sono scattati gli arresti, il pomeriggio del 31 dicembre, sono stati Spartaco Mortola, ai tempi del G8 capo della Digos Genovese poi diventato questore vicario di Torino e capo della Polfer nel capoluogo piemontese, e Giovanni Luperi ex dirigente Ucigos poi passato ai servizi segreti prima della pensione.
I due, in base alla sentenza definitiva emessa dalla Cassazione nel luglio scorso, devono scontare ancora rispettivamente otto mesi e un anno di reclusione (sui quattro di condanna). Li passeranno agli arresti domiciliari e devono ringraziare il decreto «svuota carceri» del ministro della Giustizia Cancellieri se per loro non si sono aperte le porte di una cella dopo che il tribunale di Sorveglianza di Genova, nei giorni scorsi, ha respinto le richieste di affidamento ai servizi.
Stessa sorte, soltanto poche ore prima, era toccata anche a Francesco Gratteri, ex capo dello Sco ed ex numero 3 della Polizia e una carriera piena di successi e encomi nella lotta contro la mafia (fu tra i poliziotti che fecero scattare la manette ai polsi di Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca) prima della sospensione dal servizio e della condanna definitiva che lo consegna adesso ad un anno di arresti domiciliari sui quattro a cui lo aveva condannato la Cassazione.
Dopo una battaglia legale durata anni, dopo tre processi, continui rinvii, silenzi, coperture istituzionali, depistaggi e infine prima la prescrizione, che ha cancellato le accuse di violenze lasciando in piedi solo quelle per la costruzione di prove false, e poi l’indulto, nei giorni scorsi è finito agli arresti anche l’ex capo dello Sco Gilberto Caldarozzi, per cui la Cassazione ha respinto il ricorso con cui chiedeva la cessazione della detenzione domiciliare e l’affidamento ai servizi sociali, che deve scontare gli otto mesi restanti della condanna originaria a 3 anni e 8 mesi (ridotta grazie all’indulto).
Stesso provvedimento, visto che il tribunale di sorveglianza ha negato per tutti l’affidamento ai servizi, anche per Nando Dominici, ai tempi del G8 capo della squadra Mobile di Genova e oggi pensionato, Filippo Ferri, ex capo della squadra mobile di Firenze e oggi responsabile della sicurezza del Milan (...ma va?...), Massimo Nucera, l’agente che finse di essere stato accoltellato all’ingresso nella scuola Diaz, Salvatore Gava, ex capo della Mobile di Viterbo che ha lasciato la divisa, Fabio Ciccimarra, ex capo della Mobile de l’Aquila, e l’ispettore capo Maurizio Panzieri.
Tutti, durante gli arresti domiciliari che varieranno dagli otto mesi all’anno di detenzione, potranno godere di alcune ore di permesso, potranno utilizzare il telefono e godere degli sconti di pena per buona condotta. E per molti di loro non ancora arrivati alla pensione, una volta terminata la sospensione del ministero dell’Interno legata all’interdizione dai pubblici uffici, la carriera in polizia potrebbe anche ripartire dopo le molte promozioni accumulate in questi quasi tredici anni. (Fonte: Massimo Solani - l'Unità)
Uno dei pochi aspetti positivi è che per una volta non volano solo gli stracci (i poliziotti con casco e manganello) ma anche i "quadri" della polizia. L'aspetto negativo è che - more solito - non sono stati toccati i vertici politici. Non pagano pegno il Pres.del Cons. Silvio Berlusconi, il Ministro degli Interni e suonatore di tamburello Roberto Maroni, il ministro di Grazia e "Giustizia" Nitto Palma. Non paga pegno Gianfranco Fini (quello che "però Mussolini fece anche tante cose buone"), che durante il G8 npassò gra parte del tempo nella sala operativa della Questura; lui dice "per portare la solidarietà del governo ai bravi poliziotti, mma qualcuno, più sospettoso, pensa che la sua presenza sia servita a trasmettere il messaggio che si poteva fare.
Non paga pegno l'Ingegnere Acustico Castelli, che visitò i luioghi della mattanza, e che descrisse come "normale" le locations, che sembravano mattatoi, con chiazze di sangue dappertutto; e trovò normale che alcuni "fermati" fossero da ore in piedi, a gambe e braccia divaricate, poggiati con la faccia contro il muro. Si sa, davano fastidio alle ragazze... Non avevano altro a cui pensare se non dare fastidio alle ragazze. Che bravi, questi Cavalieri Protettori...
Non ho il coraggio di fare una telefonata all'amica ex-senatrice Heidi Giuliani, la mamma di Carlo, ucciso da un colpo di pistola sparato in aria, ma sfortunatamente deviato verso la testa di Carlo da un provvidenziale calcinaccio che si trovava - imprudente - a passare giusto sulla traiettoria del proiettile. Forse telefonerò, più probabilmente scriverò. O forse la lascerò in pace, per non riaprire ferite non rimarginabili.
Ancora una volta, grazie anche al "governo delle larghe intese" ed alla Cancellieri, Giustizia è sfatta
Tafanus
P.S.: In questa bruttissima storia, una menzione speciale merita Tonino Di Pietro da Montenero di Bisaccia, che si oppose con tutte le sue forze alla costituzione di una Commissione Parlamentare d'inchiesta sui fattacci di Genova, lottando eroicamente insieme ad La Russa, ai Castelli e ai Nitto Palma.