Ci sono le domande classiche, quelle che dalla notte dei tempi il mondo intero si fa: “Chi siamo?”, “Da dove veniamo?”, “Qual è il senso della nostra esistenza?”. Sono domande a cui nessuno darà mai una risposta. E forse è proprio questo il bello, che se qualcuno quella risposta la trovasse, tutto perderebbe di fascino.
Poi ci sono quelle domande bellissime: “Mi perdoni?”, “Mi vuoi sposare?”, o quella di un film di Pieraccioni che adoro, in cui lui, davanti ad un tavolo che gira le dice imbarazzato: “Ma se io e te ci si piacesse, secondo te, quanto ci si metterebbe a darsi… un bacio?”
E poi, a volte, le domande te le fanno gli altri, a raffica. Che ne so, magari i vicini di casa curiosi che poi devono fare gossip a cena:” Sei dimagrita? Sei ingrassata? Ti sei laureata? Ma il ragazzo…quando lo trovi? No be perché io alla tua età avevo già la mia figlia più grande che andava a scuola”. Di sub spero, perché visto che sua madre respira una volta ogni dieci minuti…a quest’ora sarà una campionessa
C’è infine quella categoria di domande che tutti, ma proprio TUTTI facciamo. Perché, dal momento che le facciamo, sappiamo esattamente anche la risposta. Sarà perché ci danno sicurezza. Un po’ come se qualcuno vedendoci felici e ammirate davanti ad uno specchio ci dicesse che siamo bellissime. Noi lo sappiamo. Ma qualcuno che ce lo dice è tutta un’altra cosa.
Vediamo qualche caso
1- Il giorno prima, a scuola, i tuoi capelli vivevano nel banco del compagno dietro di te, e spesso, a tua insaputa, ci si soffiava pure il naso. Eri un po’ Rapunzel e un po’ Federica Panicucci. Il giorno dopo entri in classe con i capelli come Fantaghirò. Ed ecco che parte la domanda retorica per eccellenza, quella che noi ragazze ci siamo sentite fare almeno una volta nella vita: “TI SEI TAGLIATA I CAPELLI???
“Chi? Io?”. No penso che sia una tua impressione sai…o dici che il parrucchiere ha scambiato Beyoncé con Giovanna D’Arco? 2- La tua migliore amica ti chiama al telefono di casa. Tu rispondi e lei parte con una domanda fantastica: “EHI CIAO, SEI A CASA?” “Urca tesoro no mi dispiace. Sono uscita un attimo con la prolunga del telefono. Posso richiamarti quando torno? Altrimenti chiamami al cellulare” 3- Sei alla cassa del supermercato. Stai facendo la spesa da sola perché gli uomini quando sentono “supermercato” sono sempre “superimpegnati”, oppure, se ci sono, spariscono nello scaffale delle birre. Hai la spesa di un mese su quella specie di coso che va avanti quando, all’ultimo prodotto che inserisci, la cassiera ti dice il conto. Poi, con aria trasognante ti fissa, guarda la spesa e dice: “SIGNORA, LE DO UN SACCHETTO?” “Ma guardi…sarò sincera. Di solito metto tutto in tasca. Ma siccome oggi, per colpa di Jovanotti, ho le tasche piene di sassi e gli occhi pieni di te (e del tuo sguardo trasognante), facciamo che per stavolta mi dai anche il sacchetto. Poi dalla volta prossima magari vedo di trovare una soluzione alternativa 4- Arrivi a casa alle quattro di notte (o della mattina, a seconda sei punti di vista), dopo una di quelle serate fatte di gin (inteso come alcol e ginnastica ), e pensi di essere ancora in discoteca. Accendi tutte le luci come se fosse il giorno della creazione e qualcuno dall’alto avesse ordinato “E luce fu”. Sei convinta di essere a piedi scalzi quando invece stai salendo le scale col tacco 12, apri la porta come stessi per compiere la breccia di Porta Pia e lei, la mamma, si alza dal letto. Ha gli occhi socchiusi. Potresti anche esserti fatta un tatuaggio sulla faccia a mo’ di “Una notte da leoni” ma lei sarebbe capace di scambiarlo per un neo d’infanzia. Nonostante tutto raccoglie tutte le sue forze, ti guarda e ti fa: “SEI TORNATA?” “Oddio signora mi scusi. Volevo svaligiarle la casa ma credo di avere esagerato con i rumori. Sa, sono alle prime armi. Mi dice lei dove sono soldi, gioielli e valori vari o devo imbavagliarla? Se collabora faccio meno fatica e poi la lascio dormire che la vedo un tantino assonnata” 5- Stai aspettando Marco. Ti ha detto che sarebbe passato alle dieci e infatti è puntualissimo. Tu ovviamente no. Hai ancora l’accappatoio e i capelli bagnati. Guardi il citofono e vedi che il suo ciuffo ingellato manco riesce ad entrarci tutto nel video della telecamera. Ovviamente è lui. Eppure tu, con nonchalance, prendi la cornetta ed esclami. “MARCO, SEI TU?” Non mi stupirei se il poveretto replicasse: “No signorina, sono il vicino di casa. Ho sentito che al telefono ha detto: “Adesso esco e vado col primo che incontro”, e allora mi sono detto: “Massi, suono. Tentar non nuoce” Buonaseeeeeeeeerrrrrrrraaaaaaaaaaaa