#MadMax Fury Road, parliamone.
Mad Max è Mad Max. Deve piacere il genere. In questo quarto Mad Max bisogna superare - senza cedere alla tentazione di andarsene - la lunga prima parte del film composta solo da inseguimenti esplosivi con ogni mezzo mobile a disposizione, per venire ripagati poi con l'accesso - finalmente - ad una sorta di trama, che è (invece) tutta al femminile.
Una specie di iniziazione esoterica.
Max grugnisce due o tre volte, lancia forse due perle di saggezza tra un grugnito e l'altro che però io mi perdo in mezzo agli eventi, è bello per carità, ma è sostanzialmente inutile: come Indiana Jones quando cerca l'arca perduta (roba da #nerd questa).
La protagonista invece è lei: una Furiosa, intensa e bella (ma bella davvero tanto dentro quanto fuori) Charlize Theron. Le protagoniste son le donne: quelle munte come mucche, quelle usate come fattrici, belle come modelle (e forse lo sono sul serio) che gridano "non sono un oggetto!" per darsi coraggio e ribellarsi ad un sistema maschile che viola la terra allo stesso modo in cui viola i loro corpi.
E poi ci sono le Vuvalini: superstiti di un'antico clan matriarcale che un tempo viveva in pace nella terra verde ed ora costrette a difendersi con decisione, mentre tengono stretto il bottino di semi (semi di piante e di alberi) gelosamente conservati in mezzo ad un deserto infinito, cose che solo noi femministe della nuova era possiamo capire.
Insomma: oggi, tra una contemporanea , un "ops scusa m'è partito un " e una obbligatoria un po' di stereotipi femminili sani non fanno male.
Tanto, si sa, è tutta fantascienza.