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Mad Max: Fury Road – Una Recensione Fuori dal Coro

Creato il 25 maggio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Mad Max: Fury Road – Una Recensione Fuori dal Coro

Oh, sarò io complottista ma ci deve certamente essere una tra l'Hydra, la SP.E.C.T.R.E. o l'Anello dietro al peana critico dell'internet world intorno a Mad Max: Fury Road.

98% di apprezzamento su Rotten Tomatoes, la rivista on-line I 400 calci che l'ha inglobato nel suo banner (vabbè, i ragazzi della Cobretti Mansion sono inclini all'entusiasmo acchiappa-click), insospettabili parrucconi intellettuali che tirano fuori il solito Omero dalla tomba per certificarne la qualità.

Ehi! Scrivo a voi masnada di entusiasti cinematografici, non avevate mai visto prima d'ora una pellicola d'azione girata con serietà, inventiva, passione e ritmo? Perché fate dell'età di George Miller (70 anni) la pietra angolare del vostro sperticato incensamento? Temete così tanto la vostra vecchiaia?

Mad Max: Fury Road è oggettivamente un grandissimo film che, alla stregua del Cirque du Soleil che piscia addosso ai vari Togni ed Orfei, manda al diavolo i collaudati colleghi Disney/Marvel/Lionsgate e via producendo con imbarazzante semplicità.

Inoltre, avete ragione, Miller se ne frega di continuity da occhialuti nerd, tratta gli spettatori come adulti razionali non puntualizzando OGNI motivazione dei personaggi con spiegoni da doposcuola di sceneggiatura ma soprattutto riesce a mettere su schermo uno spettacolo action attraverso un montaggio anfetaminico degno del miglior Danny Boyle e un tappeto sonoro da rave.

Al netto di un'intransigenza autoriale che con un budget del genere e con un passato recente fatto di vomitevoli pinguini ballerini (qualcuno, vi giuro, ha rivalutato pure Happy Feet, altri sputavano merda su Babe - Maialino coraggioso dopo averne letto la trama su Wikipedia, ignorandone la carica grottesca) non lasciava intuire una tale risposta cinetica, Mad Max: Fury Road è un'opera che non può lasciare sconquassi nella cinematografia moderna a causa dei suoi evidenti difetti.

Come diceva un mio amico adesso mangiato dai vermi, punto primo: il film non è originale da nessun punto di vista lo si analizzi. Esteticamente potenzia sì il substrato della prima trilogia ma dopo trent'anni di post-apocalittico letterario, fumettistico, cinematografico e videoludico era arduo poter sconvolgere un genere così inflazionato.

Punto secondo: va bene il ritmo omicida, ottime le coreografie di stunt che sputano in faccia alla Morte, fantastici i set, bella la seduzione per la putrescenza e la follia, ma questa è tutta roba già conosciuta e soprattutto trattata senza un punto di vista particolare o che offra una visuale inedita.

Punto terzo: tante morti eccellenti e nemmeno una che resti impressa, cancellate dalla velocità di tagli quasi pudici per la loro precisione. Anche perché non si capisce il senso di sbandierare orgogliosamente il Rated R della pellicola se poi si rimane in percentuali di raccapriccio così vicini al famigerato PG-13.

Punto quarto: che palle questi maniaci religiosi, ti costringono a dicotomie così avulse dalla realtà. Tutti fanatici fino al midollo tranne uno, quel Nux che saprà riscattare la sua precedente intransigenza con una morte gloriosa.

Punto quinto (dedicato alle pigre copiature recensionistiche): Max è il protagonista del film, altro che Furiosa e su questo non ci piove nemmeno a Sin City. Non basta una sostanziale parità di screen time a decretare lo scavalcamento della monca Imperatrice ai danni di un protagonista taciturno. Senza Max la ribellione delle donne sarebbe stata infatti sedata dopo il primo inseguimento. L'ex-poliziotto è il classico antieroe: all'inizio rifiuta la collaborazione con gli altri per poi pian piano riuscire ad accettare il proprio destino da salvatore, come dimostra il suo ritorn... ma che scrivo, come dimostra tutta la seconda parte del lungometraggio, cazzo!

Punto sesto: le vecchie! Nemmeno il buon Miller riesce ad eludere l'eccessiva inverosimiglianza di un mondo comunque fantastico e con regole tutte sue. Cioè, vuoi puntare sul femminismo spinto della storia (le giovani mogli dovevano però proprio essere interpretate da modelle coi fisici scolpiti dal fitness? Nel post-apocalittico radioattivo?) ma è troppo illogico mettere delle vecchie ciabatte rugose che sparano e combattono alla pari con gli squadroni dei Figli di Guerra di Immortan Joe.

Chiosa finale: sostenete Mad Max: Fury Road con doppie e triple visioni in sala, nella speranza che possa essere il puntello per scardinare i blindati portoni del blando cinema mainstream hollywoodiano.


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