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Da quando ho iniziato ad appassionarmi di musica non ho mai considerato musicalmente Lucio Dalla: non per snobismo, credo semplicemente perchè da allora non ha scritto e cantato praticamente nulla di musicalmente rilevante. Andando indietro nel tempo coi ricordi, rivedo una cassetta (una doppia cassetta, per la precisione) che i miei avevano comprato e che all'epoca girò moltissimo sul mangiacassette di casa: era "DallAmerCaruso", registrata dal vivo in America (appunto) e con unico inedito la celeberrima "Caruso" (appunto). Sono andato a cercarne l'anno di pubblicazione: era il 1986, avevo 14 anni. Stando a "Ondarock" e ad altri siti, praticamente l'ultima cosa davvero rilevante scritta da Dalla che era già nella fase calante della sua ispirazione. Di quel live ricordo molti suoi successi, che in questi giorni di commozione generale ho riascoltato con piacere: sono onesto, non so se per la qualità della musica (comunque lontana dalle mie corde musicali) o per una sorta di effetto-madeleine che mi ha riportato ad un periodo felice della mia vita. L'unico disco con dentro Dalla che ho comprato in vita mia fu "Banana Republic", non tanto per Dalla quanto per De Gregori di cui ero fan a fine anni '80.
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In particolare mi sono sempre piaciuti alcuni suoi testi, ricercati, profondi, buffi, diversi; con frasi spesso difficilmente decifrabili ma che mi hanno sempre fatto sorridere per la loro stralunata eccentricità. Leggersi ad esempio "Come è profondo il mare" per credere:
Siamo noi, siamo in tanti
Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Dei linotipisti
eccetera eccetera. I linotipisti! E pensare che era il suo primo testo autografo, dopo il sodalizio con Roversi degli anni precedenti... Dopo averla letta ascoltiamola anche, perché è proprio una grande canzone.