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Madre? No, zia.

Creato il 23 giugno 2013 da Mrs Garrick

Domenica- DONNE. Le lettere e i giorni (odio_via_col_vento)


Qualche tempo fa, all’ospedale per una visita di controllo.

Infermiera: ‘Quanti anni ha?’

MrsGarrick: ‘43.’ 

Infermiera: ‘Quanti figli ha?’

MrsGarrick: ‘Nessuno.’

Infermiera: ‘Sta cercando di avere un figlio?’

MrsGarrick: ‘No’

Infermiera: ‘Ma vuole avere un figlio?

MrsGarrick: ‘No.’

Infermiera: ‘Alla sua età é difficile avere figli, capisco, ma esistono metodi alternativi come la fecondazione assistita....’

MrsGarrick: ‘Grazie del suggerimento. Ma va bene cosi', non voglio figli.’

Infermiera: ‘… é un trattamento lungo e costoso, ma ne vale la pena. E comunque resta sempre l’adozione…  ’ continua l’infermiera come se non avessi parlato, senza alzare gli occhi dai fogli su cui sta scribacchiando.

MrsGarrick: ‘No davvero, non voglio avere figli. Non sto cercando di avere figli. Se volevo figli ci avrei pensato prima, non le pare?’ Il tono mi esce un po’ brusco, ma sono stanca di sentirmi ripetere sempre le stesse cose. 

Infermiera: ‘Capisco. Non vuole avere figli. I see…’ Alza gli occhi e mi guarda con aria di rimprovero, ovviamente offesa dal mio non essere affatto disperata del fatto che nonostante la menopausa incomba, io non sia interessata a fare il mio dovere di donna.

Infermiera: ‘Se cambia idea torni qui, ma non aspetti troppo che è già piuttosto avanti con gli anni.’

MrsGarrick: ‘Grazie, ma dubito che accadrà.’

 ***

Lascio l’ospedale irritata. No, anzi, sono proprio incazzata. Che da vent'anni mi sento fare la stessa domanda da amici, parenti, conoscenti, colleghi e (a quanto pare) infermiere del Chelsea and Westminster Hospital di Londra. Speravo che una volta superati gli -anta la pressione si alleggerisse, ma pare proprio di no. Pare che ancora nel XXI secolo il rifiuto di una donna di riprodursi, sia ancora visto come un supremo atto di egoismo. Il fatto è che non ho mai voluto figli. Non ho mai fatto nulla per evitarli, ma non li ho mai cercati. Per anni ho atteso che il desiderio di diventare madre scendesse su di me come l’immacolata concezione, ma ho atteso invano.

Al museo guardo le mamme lottare per infilare recalcitranti piccole persone in passeggini carichi di borse della spesa, biscotti, giocattoli, macchinine telecomandate (etc, etc) e mi chiedo se in fondo non mi sono persa qualcosa a non avere figli. Tutte le mie amiche ne sono entusiaste. E anch'io sono entusiasta dei loro bambini, dei miei nipoti e cuginetti appartenenti al ramo inglese e italiano. E allora cerco dentro di me almeno una traccia del cosiddetto istinto materno. Una traccia. UNA. Anche flebile…

Risultato: file not found.

Pare che il file dell’istinto materno sia assente dal mio sistema. Il mio ex-fidanzato (quello che si vergognava che facessi la Gallery Assistant) mi aveva persino suggerito di andare da uno psicologo per cercare di risolvere questo 'problema.' Problema. È curioso… Il fatto che sia un problema è dovuto unicamente il fatto che sia una donna e in quanto tale ci si aspetta che sia provvista di istinto materno alla nascita. A quanto pare la mancanza di tale caratteristica è considerata come una sorta di difetto di fabbricazione. Se fossi un uomo questo non costituirebbe affatto un problema, ci si limiterebbe ad un: ‘Poverino, è un eterno bambino…bisogna capirlo...’. Società sessista.

La vita di noi non-madri non è facile. Al museo chiedere ad una madre di far tacere i propri bambini perché (in fondo in fondo, ma proprio in fondo) siamo sempre in un museo e non in Hyde Park, significa rischiare l’immediata lapidazione. Per non parlare poi di coloro che per sfidare il sistema decidono di denudarsi per allattare il pargolo nel bel mezzo di una mostra affollatissima o nel giardino del museo, che tanto sanno che nessuno può fare nulla al riguardo. E allora preferisco fingermi sorda al frastuono degli allarmi che scattano al tocco delle manine curiose dei pargoli, e cieca alle occhiatacce al vetriolo che altri visitatori mi lanciano per non fare il mio dovere e lasciare che la gente tratti il museo come un Luna Park o la succursale del Lido. E quando accade che qualcuno effettivamente mi chieda di fare qualcosa per riportare l’ordine (o almeno ridurre il numero dei decibel) o un minimo senso di decenza che siamo pur sempre in un luogo molto pubblico, la reazione è immediata quantomai furiosa. ‘Ma andiamo! Sono bambini!’ o il complice ‘Bisogna avere pazienza. Tra donne ci si capisce vero?’ per finire con il disgustato ‘Ovvio che lei non ha figli…’ che fa sembrare al mio confronto, la matrigna cattiva di Biancaneve un fiorellino.  Dal momento che sono una donna ci si aspetta da me che ‘sappia com’è.’ Ci si aspetta forse da un uomo che sappia giocare a calcio come Pirlo o usare un fucile perche' da piccolo giocava alla guerra con gli amichetti del cortile? Ci sono anche donne che non sono tagliate per la maternità e allora fanno le zie. Bisogna farsene una ragione.

Quando mi capita di leggere uno dei molti (troppi) articoli che appaiono ovunque su giornali e riviste, Internet forum, website come Mumsnet e Netmums (quest’ultimo sito ha dichiarato che Homer Simpson è un cattivo esempio di padre…) gruppi di discussione e programmi televisivi in cui gli esperti del caso danno consigli su come essere buone madri, ringrazio dentro di me di non dover aver a che fare con questa continua intromissione non richiesta della società nella vita della donna. Intromissione che, a pare mio, é una vera e propria forma di bullismo. Frasi come “l’allattamento al seno non solo fa crescere bambini più sani e più intelligenti…” o “i bambini che sono stati allattati al seno vanno meglio a scuola e sono più bravi in matematica e anche a leggere e a scrivere e dei loro coetanei allattati con il biberon.” Ora capisco perché sono sempre stata una schiappa in matematica: mia madre non aveva latte e ha dovuto darmi il biberon.

Anche sull’Observer di oggi un pomposo articolo sulla preoccupante diminuzione di donne che allattano al seno con tanto di grafici delle zone sotto accusa (per lo più il Nord dell’Inghilterra, che guarda caso è anche l’area più povera del Paese). Due giorni fa un’articolo di due pagine esaltava i benefici del parto naturale e condannava con tono condiscendente il fatto che sempre più donne per evitare il dolore e le smagliature decidano di avere parti cesarei. Too posh to push. Troppo eleganti si dice delle donne che rifiutano di seguire alla lettera quella frase della Bibbia che dice 'Tu donna partorirai con dolore'. Quando leggo queste cose mi prende un senso di scampato pericolo. Che se fossi madre passerei la vita a mettere le dita negli occhi a tutti coloro che offrono consigli non richiesti sul come essere una buona madre...

Madre? No, zia.

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