Ogni scuola ha la sua procedura per l'ingresso, la nostra prevede che alle otto e venticinque suoni la prima campana, i bambini vanno a sistemarsi nello spazio riservato alla classe di appartenenza, in attesa della seconda campana, segnale che si deve entrare in aula. Gli alunni più piccoli trascorrono questa manciata di minuti giocando, mentre i più grandi continuano le chiacchiere già iniziate all'esterno. Non so cosa si dicono, parlano sottovoce e fitto, tant'è che spesso chiedo loro come mai non lo facciano anche in aula. Poi ci avviciniamo alle scale, saliamo, io in mezzo a loro, e credo di averlo scritto altre volte, è il momento nel quale qualcuno di loro mi cattura perché ha fretta di parlarmi, di solito è qualcosa che ha che fare con cose dette a scuola, qualcosa che non gli torna o sul quale hanno riflettuto.
E anche oggi è andata così, non avevo fatto nemmeno il primo scalino e già una bimba di quinta mi si è affiancata sorridente: "Maestra sai che mio zio ha detto che arriverà la fine del mondo!" "Sì, Martina, è una convinzione diffusa..." Non mi ascolta, m'incalza e riprende: "Ma io gli ho risposto che il mondo doveva finire già nel 2000 (Nota mia: lei non era neppure nata) e poi anche dopo, gli ho detto che sono tutte stupidaggini, il mondo non deve finire fra poco e non bisogna credere a queste cose che dicono dei Maya". "Lo so hai ragione, sai com'è c'è tanta gente credulona, ma noi sappiamo che non è come dicono".
Siamo entrati in aula e l'attività ci ha assorbiti del tutto. Solo più tardi ho ripensato a ciò che mi ha detto, alla saggezza con il quale ha risposto, con il quale ha opposto il razionale all'irrazionale. Ovviamente lo ha sentito, gli è stato insegnato, ha applicato la logica: perché il mondo finisca ci dev'essere un pericolo imminente e concreto, cosa che non è dato di dover pensare ora come ora. E' scientifico.
Mi sono chiesta quando è che si smette di essere bambini ragionevoli e si diventa esseri irrazionali. O quando è che noi essere irrazionali sommergiamo i bambini delle nostre paure.
Oh se solo li lasciassimo crescere in santa pace...
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