Dopo aver sottolineato l’errore nel voler applicare concetti scientifici al mondo religioso, ha precisato che questo non significa «concludere che scienza e fede sono in contrapposizione». Maffei cita a sostegno le parole di Giovanni Paolo II, quando affermava che «la distinzione tra i due campi del sapere (tra scienza e fede) non deve essere intesa come un’opposizione. I due settori non sono estranei l’uno all’altro, ma hanno punti d’incontro. Le metodologie proprie di ciascuno permettono di mettere in evidenza aspetti diversi della realtà».
Maffei approfondisce dicedo che «i due settori non sono estranei l’uno all’altro, ma hanno punti d`incontro. Le metodologie proprie di ciascuno permettono di mettere in evidenza aspetti diversi della realtà». La scienza e la fede sono così «due forme di pensiero» che «possono collaborare efficacemente: basti ricordare il comandamento dei comandamenti, “ama il prossimo tuo come te stesso”». Conclude accennando a uno dei diversi punti di aiuto fra le due forme di sapere umano: «La fede può essere importante nell’indirizzare l’uso della scienza verso l’uguaglianza degli uomini, la loro libertà, l’abolizione delle guerre, poiché anche il nemico è nostro prossimo, e, come direbbe Saramago, per un’equa distribuzione del pane tra tutti gli uomini».