News Siracusa: a seguito degli ultimi sviluppi emersi dall’indagine su ‘Mafia Capitale’ ed in particolare a seguito delle intercettazioni telefoniche in cui si fa riferimento al centro di accoglienza di Melilli, i 16 componenti dell’equipe del Centro convenzionato per il servizio di accoglienza per cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale “La Zagara” di Città Giardino – Melilli, vedendo sempre più incerto e precario il loro futuro, hanno scritto una lettera al prefetto Armando Gradone: “ad oggi il Centro La Zagara risulta avere un numero esiguo di ospiti, a causa delle tristi vicende che ci hanno visto, nostro malgrado, coinvolti, nonostante la nostra totale estraneità ai fatti. Abbiamo lavorato con onestà, trasparenza e nella legalità. Pertanto siamo dispiaciuti nell’essere associati in modo inesatto ed inopportuno ad attività che di fatto infangano il nostro operato, la nostra professionalità e le nostre vite. Chiediamo di considerare il nostro punto di vista e di ascoltare le nostre voci. Abbiamo la percezione che il nostro futuro sia a rischio e chiediamo alle istituzioni e a chi di competenza di tutelare il nostro lavoro e i nostri diritti di lavoratori onesti, che continuano a svolgere al meglio il loro operato in un clima di incertezza.”
Il centro “Le Zagare” di Città Giardino –Melilli, aperto nell’aprile di quest’anno con un accordo con la Prefettura come centro di prima accoglienza, è stato inaugurato dalla “Eriches 29” un consorzio di cooperative che fa riferimento ad uno dei personaggi principali di ‘Mafia Capitale’ Salvatore Buzzi.
“La cooperativa è fatta di tanti soci, questo non vuol dire che siamo tutti mafiosi ed implicati in questa situazione. Io, come tutti gli altri soci della cooperativa, non abbiamo nulla a che fare con queste storie e non ci stiamo ad essere associati alla parola mafia. – afferma l’assistente sociale Giuliana Garufi, responsabile del Centro “Le Zagare” – Non capisco qual’è il nesso con i coordinatori o con chi è forza lavoro del Centro, non ha senso coinvolgere chi lavora all’interno del centro perché è al di fuori di tutta questa storia! Noi siamo dei dipendenti, percepiamo uno stipendio, siamo ben lontani da tutto ciò che riguarda ‘Mafia Capitale’.
Noi facciamo questo lavoro perché abbiamo degli ideali e crediamo fortemente in ciò che facciamo; gli operatori del Centro nonostante le offese e le ingiurie hanno fatto, e continuano a fare, un ottimo lavoro, – continua l’assistente sociale Giuliana Garufi – abbiamo lavorato anche la notte di Natale e mai nessuno si è tirato indietro. Lavorare nel sociale, a stretto contatto con un’utenza particolare assorbe tanto tempo e fatica, non è semplice gestire un centro aperto H24, si ha a che fare con delle persone e delle situazioni talmente difficili che se non si crede fermamente in ciò che si fa, non si possono affrontare. Noi siamo molto lontani da Mafia Capitale, noi ci occupiamo di accogliere ed assistere le persone, questo è il nostro lavoro!”