Magazine Attualità

Mafia e sofisticazioni alimentari :un affare da 12,5 miliardi

Creato il 27 settembre 2011 da Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
MAFIA E SOFISTICAZIONI ALIMENTARI :UN AFFARE DA 12,5 MILIARDI
Da un sondaggio Swg per il 60 % degli italiani le frodi a tavola sono più gravi di quelle fiscali.    Il  rapporto Eurispes-Coldiretti parla chiaro :la mafia anche nelle frodi alimentari . Ne va della nostra salute e nessuno ci tutela.
I numeri del  primo Rapporto sulle Agromafie, realizzato da Eurispes e Coldiretti, presentato ieri a Roma,sono impressionanti: il volume d’affari complessivo dei crimini agroalimentari in Italia è stimato in  di euro (5,6% del totale), di cui 3,7 miliardi da reinvestimenti in attività12,5 miliardi lecite (30%) e 8,8 miliardi di euro da attività illegali (70%). «I danni al sistema sociale ed economico sono molteplici - spiega lo studio - dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all’alterazione del regolare andamento del mercato».
La camorra, ad esempio, ha esteso i propri tentacoli sulla mitica “Bufala Mediterranea Italiana”, patrimonio nazionale, il cui latte è una preziosa risorsa economica per l’intero tessuto socio-economico della Campania. Gli allevamenti bufalini sono usati dal clan dei Casalesi per un ampio e diversificato riciclaggio dei proventi illeciti delle estorsioni e del traffico di droga e armi. Con allevamenti e caseifici, spesso utilizzati come nascondigli per latitanti o basi logistiche della cosca. L’antimafia di Napoli ha scoperto che per aumentare fino al 20 per cento la produzione di latte, e quindi di mozzarelle da esportare in tutto il mondo, le bufale venivano sottoposte a «torture farmacologiche», principalmente a base di Somatotropina (20mila le confenzioni sequestrate). Che veniva importato illegalmente da Paesi come l’Albania e la Corea.
MAFIA E SOFISTICAZIONI ALIMENTARI :UN AFFARE DA 12,5 MILIARDI
In generale per quanto riguarda la mozzarella, secondo Coldiretti, ben una mozzarella su quattro non deriva direttamente dal latte ma da cagliate, un semilavorato industriale spesso importato dall’estero. Stessa cosa i formaggini, ottenuti da polvere di caseina e formaggi fusi. Per non parlare dei prosciutti: tre su quattro sono ottenuti da maiali stranieri ma non si vede. Sugli scaffali esteri 2 prodotti spacciati per italiani su 3 sono imitazioni.
C’è il divieto di commercializzazione del Danish Grana di produzione danese, scadente imitazione del Grana Padano, da parte dell’Ue. Oppure l’imposizione a una ditta austriaca di cambiare nome al Cambozola, perché poteva trarre in inganno i consumatori circa l’utilizzo del più noto gorgonzola. Per non parlare della Lactitalia srl, di propietà della famiglia Pinna e partecipata al 12 per cento dalla Simest spa (controllata dallo Stato italiano), che produce in Romania formaggi ottenuti con latte ungherese e romeno con marchi come Dolce Vita, Toscanella e Pecorino, che richiamano al Made in Italy. Il loro slogan? «Per voi abbiamo intrecciato il latte rumeno alla tradizione e alla tecnologia italiana».
 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :