E' cominciato, davanti alla Corte d'appello di Caltanissetta, presieduta da Miriam D'Amore, il processo d'appello sul progetto di Cosa nostra di uccidere l'allora sindaco di Gela, e attuale presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e il giudice nisseno Giovanbattista Tona. ''Non è facile coesistere col pensiero che da oltre 10 anni c'è qualcuno che ti vuole fare la pelle'' ha commentato il Governatore che era presente in aula come testimone nel procedimento che si svolge a porte chiuse. Gli imputati sono Emanuele Argenti (di Carmelo), Nicola Casciana, Alessandro Gambuto, Francesco Vella e Salvatore Terlati. E' uno stralcio dell'inchiesta 'Extrema Ratio', con 11 indagati, tra cui i quali figurano i due presunti killer che sarebbero stati incaricati dell'esecuzione del piano di morte, Domenico Vullo e Paolo Portelli, già condannati in primo grado, che però non fanno parte di questo processo. Avvocati presenti in aula hanno riferito che l'ex sindaco di Gela ha illustrato le fasi della sua battaglia politica per la legalità contro le famiglie mafiose gelesi. Ha ricordato che il confronto, aspro e pericoloso, si è svolto ovunque, in particolare in Municipio, dove c'era la moglie di Daniele Emmanuello, da lui licenziata da lavoratrice socialmente utile. Nel 2003 fu sventato un agguato della Stidda che aveva assoldato un killer venuto dalla Lituania, Minius Marius Denisenko, per uccidere il primo cittadino gelese durante la processione dell'Immacolata dell'8 dicembre. Da quel momento gli viene assegnata la scorta ed è costretto a spostarsi su un'auto blindata mentre quattro uomini lo sorvegliano giorno e notte. L'8 febbraio 2008 viene reso pubblico l'esito di una indagine dei magistrati di Caltanissetta e si scopre che Crocetta è il bersaglio di un progetto di attentato da parte della mafia. Da questo momento, avrà raddoppiata la propria scorta (gli agenti che lo proteggono passano da tre a sei, lo stesso numero di coloro che difendono le più alte cariche dello Stato). Nel gennaio del 2010 la Direzione Distrettuale Antimafia sventa un piano di Cosa Nostra per uccidere Crocetta ed arresta 5 affiliati al clan mafioso Emmanuello di Gela. "Ringrazio Dio per ogni giorno di vita che mi regala. La mia vita, da quando ho iniziato a fare il sindaco di Gela, è sempre stata in pericolo" ha dichiarato il Presidente della Regione Sicilia. La Corte ha anche interrogato due collaboratori di giustizia. Il processo è stato aggiornato al 7 maggio.
Mafia: piano per uccidere giudice e crocetta
Creato il 17 aprile 2013 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_PiE' cominciato, davanti alla Corte d'appello di Caltanissetta, presieduta da Miriam D'Amore, il processo d'appello sul progetto di Cosa nostra di uccidere l'allora sindaco di Gela, e attuale presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e il giudice nisseno Giovanbattista Tona. ''Non è facile coesistere col pensiero che da oltre 10 anni c'è qualcuno che ti vuole fare la pelle'' ha commentato il Governatore che era presente in aula come testimone nel procedimento che si svolge a porte chiuse. Gli imputati sono Emanuele Argenti (di Carmelo), Nicola Casciana, Alessandro Gambuto, Francesco Vella e Salvatore Terlati. E' uno stralcio dell'inchiesta 'Extrema Ratio', con 11 indagati, tra cui i quali figurano i due presunti killer che sarebbero stati incaricati dell'esecuzione del piano di morte, Domenico Vullo e Paolo Portelli, già condannati in primo grado, che però non fanno parte di questo processo. Avvocati presenti in aula hanno riferito che l'ex sindaco di Gela ha illustrato le fasi della sua battaglia politica per la legalità contro le famiglie mafiose gelesi. Ha ricordato che il confronto, aspro e pericoloso, si è svolto ovunque, in particolare in Municipio, dove c'era la moglie di Daniele Emmanuello, da lui licenziata da lavoratrice socialmente utile. Nel 2003 fu sventato un agguato della Stidda che aveva assoldato un killer venuto dalla Lituania, Minius Marius Denisenko, per uccidere il primo cittadino gelese durante la processione dell'Immacolata dell'8 dicembre. Da quel momento gli viene assegnata la scorta ed è costretto a spostarsi su un'auto blindata mentre quattro uomini lo sorvegliano giorno e notte. L'8 febbraio 2008 viene reso pubblico l'esito di una indagine dei magistrati di Caltanissetta e si scopre che Crocetta è il bersaglio di un progetto di attentato da parte della mafia. Da questo momento, avrà raddoppiata la propria scorta (gli agenti che lo proteggono passano da tre a sei, lo stesso numero di coloro che difendono le più alte cariche dello Stato). Nel gennaio del 2010 la Direzione Distrettuale Antimafia sventa un piano di Cosa Nostra per uccidere Crocetta ed arresta 5 affiliati al clan mafioso Emmanuello di Gela. "Ringrazio Dio per ogni giorno di vita che mi regala. La mia vita, da quando ho iniziato a fare il sindaco di Gela, è sempre stata in pericolo" ha dichiarato il Presidente della Regione Sicilia. La Corte ha anche interrogato due collaboratori di giustizia. Il processo è stato aggiornato al 7 maggio.
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