Ieri si sono celebrati i 21 anni della strage di via Amelio che uccise il giudice Paolo Borsellino, Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Dopo 21 anni non si è ancora arrivati alla verità e l’assoluzione del generale Mori mette in serio pericolo il processo Stato-Mafia. Tutto mentre la “norma Falcone” passa all’unanimità alla Camera.
LE COMMEMORAZIONI - Come ogni anno si sono celebrate le ricorrenze per la morte del giudice Paolo Borsellino e hanno visto quest’anno presenti il presidente del Senato,Piero Grasso, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il Presidente della Regione SiciliaRosario Crocetta. Durante il suo intervento il presidente Grasso ha voluto ricordare la figura del giudice e la sua scorta: «La lotta alla mafia non puo’ essere solo una battaglia di ideali: dobbiamo intervenire sulle condizioni di sviluppo».
Con queste parole ha voluto sottolineare l’importante impegno del legislatore davanti nel fornire mezzi più efficaci ai giudici, per poter fermare anche reati complementari alle azioni mafiose quali l’autoriciclaggio e il falso in bilancio. Intanto in Senato, si assisteva ad una scena tutt’altro che condivisibile: la commemorazione di Borsellino precedeva la votazione sul caso kazaco ma durante il discorso di Grasso i banchi dei senatori erano per lo più vuoti. Un’ennesimo smacco per la politica che si fa vedere lontana anni luce dalla lotta unita alle mafie.
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