Maggio al nido

Da Infanziadelbambino

Siamo sulla strada che porta alla fine dell’anno scolastico.
I bambini iniziano a risentire delle fatiche di nove mesi di scuola, di tutte le cose che hanno imparato, di tutti i giochi che hanno fatto ecc.

Durante questo ultimo periodo che porterà alle vacanze estive, ai bambini viene lasciata la libertà di giocare con quello che già conoscono, introducendo poche nuove attività. Come avevo raccontato in un post precedente, si iniziano le attività con l’acqua, ma per il resto le attività restano quelle di sempre.

Può succedere in questo periodo che i bambini, sentendosi più stanchi del solito, facciano fatica ad alzarsi al mattino e che giunti al nido abbiano un po’ di tristezza e che a volte piangano in entrata. Non c’è motivo di preoccuparsi, perchè anche i bambini ben ambientati possono avere una piccola “crisi”.

Alcuni genitori si chiedono come mai, se sia successo qualcosa che abbia destabilizzato la routine, ma spesso è proprio la stanchezza fisica e mentale che fa “regredire” un pochino i bambini.

Pensiamo che i bambini che frequentano il nido dall’inizio dell’anno, sono soggetti a fatiche molto grandi per l’età che hanno. Alzarsi presto, uscire in qualsiasi condizione di tempo, a volte anche quando non sono in piena forma fisica, forse con un po’ di raffreddore o mentre covano un’influenza e altro.

Quando lavoravo al nido, mi capitava di vedere bambini che non avevano mai fatto un “capriccio” per entrare, aggrapparsi al collo della mamma e urlare disperati “Non andare via” o “Voglio la mamma”. Da educatrice dico che è una situazione che fa soffrire, perché vedevo che i bambini stavano bene e che a volte smettevano di piangere appena la mamma usciva dalla struttura.
Capisco benissimo che per una mamma, ma anche per un papà, non sia facile affrontare una situazione nuova e inaspettata. Anche i genitori si sono abituati alle routines e le mamme e i papà in questo periodo dell’anno sono stanchi come i bambini.

Quindi come comportarsi?

Questa situazione va affrontata. Prima di tutto si può richiedere un colloquio con l’educatrice di riferimento e concordare insieme una strategia per far tornare la serenità al piccolo.
Si può riprendere qualche passaggio dell’ambientamento, magari come far portare al bambino un oggetto di casa che lo rassicuri, ma assolutamente i genitori NON devono restare in struttura più del necessario. Il bambino sta vivendo una situazione di disagio, non vuole lasciare la mamma o il papà e quindi sarebbe destabilizzante. Il bambino penserebbe “Ma perché? Se è rimasta con me per un po’ non può stare qui sempre?”.
E’ una domanda lecita. Se non è mai stato fatto, perché cominciare proprio ora?
Lasciare che il bambino si sfoghi è la cosa migliore. Zittirlo o arrabbiarsi perché secondo noi sta facendo un capriccio, non sortirà nessun effetto positivo, anzi causerà un pianto maggiore.

L’ho detto più volte, mettiamoci nei panni del bambino. A chi non è mai capitato di non volersi alzare al mattino per andare al lavoro? Quanti adulti possono dire di non aver mai saltato un giorno di lavoro anche se si stava bene?
E pensiamo se ci fosse qualcuno che al mattino arriva, ci obbliga ad alzarci a uscire di casa per andare al lavoro. Ai bambini succede tutti i giorni. Non hanno scelto loro di andare la nido, si sono trovati in mezzo ad una decisione presa da altri per il loro bene.
Stanno benissimo, si divertono, giocano e sono controllati, ma dopo 9 mesi, un po’ di stanchezza è più che lecita!


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