C'è qualcosa che non viene detto in questa ennesima mini-crisi che coinvolge la maggioranza. Parlo della bocciatura del rendiconto generale dello Stato del 2010 [], un documento che rappresenta un dato di fatto immodificabile, come si sono affrettati a dire tutti, appunto perchè riguarda avvenimenti già passati, e sul quale non sono ovviamente necessari interventi di alcun tipo. Viene il sospetto allora, anche per la caratteristica delle defezioni, per così dire, mirate, che vi sia un intento sottostante da parte di quelle forze che ultimamente hanno parlato leggermente fuori dal coro.
Penso a Bossi, Tremonti, Scaiola e Pisanu, ognuno dei quali può avanzare legittime proposte, ma penso anche a deputati di ultimo arrivo scontenti, che in questo modo lanciano un avvertimento e mostrano quello che potrebbe succedere.
Ma sono convinto che a un voto di fiducia il governo ce la farebbe, perchè non è quello l'intento dei frondisti, specie degli ultimi arrivati.
Ma quali sono, allora, queste richieste?
E' noto che l'elettorato della Lega è molto scontento dell'andamento dell'attuale governo e dell'attuale Presidente del Consiglio. Bossi deve continuamente blandire i suoi, che sia con il federalismo, con la secessione, con la pluri-raccontata arcigna resistenza sulle pensioni, con i Ministeri al nord: ma sono palliativi. Quello che il famoso nord produttivo vuole, in questi tempi di grave crisi economica, sono provvedimenti per la crescita e un po' di respiro da Equitalia. Tremonti sceglie di stare con la Lega, anche perchè dal versante PdL partono spesso bordate, vedi l'ultima e tormentata manovra economica.
I frondisti Scaiola e Pisanu cosa chiedono? Formalmente Scaiola osserva che
" Questo governo non è in grado di reggere il peso enorme della crisi economica e sociale " [Linkiesta]
"aprire alle forze migliori, allargare la maggioranza alle altre forze moderate del centrodestra" [ Linkiesta]
cosa che farebbe pensare a Casini e alla nostalgia per grande centro. Più altre questioni riguardanti la conduzione del partito, forse quisquilie ma in grado di contribuire all'insoddisfazione totale.
In ultimo ci sono i Responsabili, deputati transfughi da altri partiti che sostengono il governo. Alcuni hanno trovato occupazione, vedi Romano all'Agricoltura, altri invece non hanno ricevuto incarichi. Probabilmente certe azioni servono a rivalutare il loro apporto.
Perchè però dico che ad un voto di fiducia con tutta probabilità il Governo passerà indenne? Una possibile spiegazione ce la fornisce un articolo di giugno del Fatto, ma anche il buon senso aiuta
questa è la prima legislatura in cui le matricole del Parlamento non arrivano alla pensione, se le Camere si sciolgono anzitempo. Prima, infatti, bastavano 2 anni e mezzo (e le pensioni erano anche più alte). A stabilirlo sono stati i nuovi Regolamenti emanati nel luglio 2007 (durante il governo Prodi), che prevedono che per avere la pensione bisogna aver fatto almeno 5 anni di effettivo mandato e aver compiuto 65 anni. Per ogni anno in più di mandato, diminuisce di un anno l'accesso alla pensione. Oggi, dunque, il vitalizio minimo corrisponde al 20 per cento dell'indennità lorda: quindi 2340,73 euro per i deputati e 2401,1 per i senatori.
[...] Sono, infatti, 246 i deputati e 104 i senatori (dati elaborati da Openpolis, www.openpolis.it) che devono ancora maturare il diritto alla pensione, e quasi tutti lo matureranno solo se finiranno il loro mandato parlamentare e dunque se la legislatura avrà il suo termine "naturale" nel 2013.
Quanti sono e come sono suddivisi i deputati che hanno bisogno di terminare la legislatura per avere diritto al vitalizio?
si tratta di 84 deputati del Pdl, 36 leghisti, 83 Democratici, 6 dell'Udc, 5 del Gruppo Misto, 12 dell'Idv, 13 Responsabili (quasi il 46% del totale, visto che sono 28) e 7 futuristi. [il Fatto]
E così, anche se la caduta del Governo non implica la fine della Legislatura, pure la formazione di un nuovo esecutivo potrebbe portare scombussolamenti notevoli. Meglio rappresentare un possibile futuro che rischiare di non averlo per niente.
Ora, tutti questi deputati hanno essenzialmente due modi per ottenere ciò che chiedono: un modo è chiederlo direttamente a Berlusconi. Cosa forse non difficile da fare, ma difficile è ottenere qualcosa. E' noto che non ci si può appellare ad argomenti insostenibili per perorare la propria causa, quindi c'è il rischio di uscirsene con le pive nel sacco da un dialogo con il premier, cui fa buon gioco l'attuale situazione. D'altro canto, anche gli argomenti sostenibili portati al momento sbagliato rischiano ugualmente di essere respinti. L'altro modo è prospettare degli sviluppi possibili in seguito a proprie azioni, far intravedere scenari: un classico modo indiretto di dire le cose, quando quello diretto non è praticabile. Per questo motivo l'occasione dell'approvazione del rendiconto generale era propizia: perchè instilla, in maniera informale (ma alcuni ritengono in maniera formale) una crisi politica, alla quale alcuni maggiorenti del PdL hanno subito contrattaccato chiedendo la fiducia, a riprova, secondo me, della credibilità dell'intento delineato sopra. Ma la crisi aperta dalla bocciatura del rendiconto è ancora reversibile: serve a mostrare quello che potrebbe accadere. E' forse una sfida e per questo, cosa non certo frequente, dalla maggioranza è partita immediatamente la richiesta di verifica parlamentare.
Motivazioni diverse ma tecnica simile.
Tutto sommato, come potremmo leggere l'intera questione, come una ennesima riprova del valore della nostra classe politica?