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Dicevamo che l'ultimo suo film è meno stupido di quello che sembra: non stiamo parlando di un film con un quoziente intellettivo così alto ma sicuramente non è quello che si vede nel trailer.
C'è l'ambizione di dire qualcosa di diverso e non di fare uno stucchevole apologo dello spogliarellista , di chi vuol esser lieto sia e del domani che non dà certezze.
L'intenzione è quella di creare una certa inquietudine riguardo a un futuro nebuloso : il problema è che la seconda parte del film , quella in cui si approfondisce questo aspetto è la meno convincente, soprattutto a causa di una certa , forse voluta , leggerezza di una sceneggiatura che cerca comunque di non essere così pessimista, più che altro possibilista.
E la tendenza è quella verso l'ottimismo.
E' evidente che il Mike è la faccia pulita dello spogliarellismo, uno che tratta questo lavoro esattamente come un altro perchè ha in mente già il suo avvenire ( ennesima versione dell'American Dream). Ed è lampante che The Kid è il Mike di dieci anni prima ma con la differenza che si è lasciato attrarre dal lato oscuro della sua professione rimanendone imprigionato ( vedi la storia delle pillole di ecstasy).
Quindi il confine tra pulito e sporco è veramente molto labile.
Devo dire che la prima parte è discretamente divertente: i numeri sono talmente kitsch da risultare simpatici con questi ragazzoni dai muscoli di polistirolo espanso che ballano, si dimenano e ammiccano a orde di femmine inferocite , perchè non sono semplicemente donne, sono solo schiave del loro flusso ormonale, viene fuori tutto l'animale che è dentro di loro.
Tra spogliarelli improvvisati, ammenicoli finti da far intuire in trasparenza, breakdance e strofinamenti vari la prima ora di film passa che è un piacere nel ricordo di quei Full Monty inglesi che però erano brutti sporchi e disorganizzati rispetto a questi Florida dream men, un concentrato di bicipiti a mappamondo e addomi tartarugati.
A dire la verità sembrano una versione espansa ( in senso muscolare ) dei Village people ma senza essere gay.
Tatum si ricorda di essere un ballerino più che un attore, ma si carica il film sulle spalle ( o meglio sulle chiappe perennemente all'aria ), Pettyfer è abbastanza legnoso mentre McConaughey alla sua età non più verdissima sorprende sia per fisico che per livello di recitazione.
Magic Mike non è un film per sole donne anche se non mi sorprenderei che durante la prima parte del film comincino a manifestare rumorosamente la loro approvazione a tutto quella tagliata di manzo esposto lì sul palco.
E' un qualcosa di medio che vuole essere commerciale ma non veicolare solo stupidità.
Forse è l'esatto specchio di quella che è stata fino ad ora la carriera registica di Soderbergh, un regista con velleità autoriali ( e la stoffa per esserlo ) ma che è irrimediabilmente prigioniero degli stritolanti meccanismi hollywoodiani.
Sicuramente non il suo film migliore ma siamo alla stessa maniera lontani dalle schifezze che è riuscito a regalarci in passato.
( VOTO 6,5 / 10 )
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