I Monologhi di Sana – Rubrica
Colonne, fondamenta, basi.
Ripartire da zero, ricostruire.
Com’è stato annullarsi, resettare?
Spaventoso, emozionante, caotico.
E ora mi sento del tutto nuova,
persino ciò che credevo sicuro
si è dimostrato instabile e labile,
volatile;
ma non è più necessario.
Niente è più necessario.
Sono un centro perfetto,
un punto perfettamente stabilito
attorno al quale ruotano
un milione di spirali colorate.
Cosa voglio essere, oggi?
Cosa costruirò nel mio domani?
Sono queste le domande che ho imparato a pormi.
E cavolo, se mi piace
questo modo di costruire la vita,
in cui tutto è nuovo, raggiungibile, mio.
Questa vita in cui si può decidere
anche di avere cuore,
o di non averne affatto;
in cui si può rischiare di nuovo,
in cui si può provare a vincere con un tiro di dadi.
E si può sorridere nonostante
le scommesse perse.
È sciocco pensare che fosse così facile annullare la paura,
bastava metterla da parte;
per distruggerla bastava semplificare.
E allora taglio, sfrondo, elimino.
Via il superfluo, i brutti pensieri, l’inutile passato.
Via il dolore, la delusione, il rimpianto.
Ricomincio.
Ogni giorno un’alba nuova
e scopro che il mio cuore spezzato non si può più incrinare,
è diventato solido come una roccia.
Mi osservo nello specchio:
mi vedo più brillante, sorridente, più dolce, più allegra, più bella.
Mi piaccio così.
Libera di librarmi, senza catene, indipendente.
Mi chiedo con curiosità cosa accadrà domani,
chi incontrerò, cosa vivrò;
mi piace questo mondo di scoperte,
questo mondo di passioni,
di materia che muta e si plasma,
si adatta,
questo magma in perenne evoluzione,
sempre in movimento e mai fossilizzato.
Rifletto.
Forse è il miglior modo che ho
per vivere la vita,
sicuramente l’unico che so
per sfuggire alla morte (dell’anima).