Insomma invece di ricercare un minimo di riequilibrio dentro un Paese che diventa ogni giorno più iniquo, un riequilibrio tra l’altro necessario a dare un filo d’ossigeno all’economia, si fa l’esatto contrario togliendo ai più poveri risorse di pura sopravvivenza e chiedendo ai più abbienti quello che per loro è poco più di un pourboire, per poi prendere il tutto, sottrarlo al mercato nazionale e andarlo a buttare dentro il calderone del fiscal compact. Questo è chiamato rigore. Questa la chiamano austerità. Se posso essere sincero guardare Letta raggiante per essere riuscito a risolvere il miserabile nodo dell’Imu, aver salvato il suo inguardabile governicchio e fiducioso di riuscire anche a darla a bere agli italiani, dava il voltastomaco per la pochezza dello spettacolo.
Tra l’altro siccome la nuova tassa sarà gestita dai Comuni, i criteri dell’ingiustizia saranno variabili e dipenderanno in gran parte dai debiti accumulati dalle amministrazioni, dalla loro efficienza, dalla quantità di “consulenze” e di “contributi” alla politica piuttosto che dai servizi che già oggi si pagano e che continueranno ad essere pagati, come ad esempio i trasporti. L’unico motivo di soddisfazione era che il nuovo balzello aveva aveva un nome perfetto dal punto di vista dei cittadini: Taser infatti indica quegli apparecchi che immobilizzano le persone con una violenta scossa. Ma evidentemente nessuno, dentro al governo che fa dell’anglolalia uno dei meccanismi di ambiguità e di presa in giro, se ne era accorto. Ora dovranno trovare un altro nome con tutto che l’espressione magna e taser era davvero perfetta dal loro punto di vista.