C’erano una volta i comunisti.
Gente severa, impegnata, semplice, arcigna.
Dicevano che fossero al soldo dell’URSS, ma quelli migliori riuscivano a prendere i voti anche di quelli che si definivano anticomunisti.
In più di un’occasione mi è capitato di sentire gente che pur di non avere niente di sinistra si sarebbe tagliata anche la mano, dire: “Perché l’ho votato quel sindaco lì comunista? Perché è uno onesto e per bene.“
Ecco, i renziani non hanno inventato niente: già molto prima di loro c’era chi prendeva anche i voti “degli altri”, e senza doversi giustificare con chicchessia.
Oggi i comunisti non ci sono più.
Per fortuna, dirà qualcuno.
Purtroppo, diranno altri.
Oggi ci sono i democratici, anzi, come si dice? I democrat.
Cosa sono i democrat? Io ormai ho rinunciato a capirlo.
Quello che ho capito da tempo è che con gente simile non voglio avere niente a che vedere.
Nella mia breve vita politica, per quel poco che ho avuto a che fare con la Regione Emilia Romagna, ho capito che era/è un coacervo di politici e dirigenti super pagati pieni al 90% di chiacchiere inutili (se non dannose).
Nel gennaio 2000 la Regione annullò il bilancio preventivo del mio Comune perché, su segnalazione di un consigliere di minoranza (di centro destra), la relativa proposta era stata messa a disposizione dei consiglieri per 10 giorni, anziché i 15 di regolamento.
Essendo io l’assessore al bilancio, tranquillizzai i miei colleghi: “Niente paura – dissi - ora vado a Bologna e spiego tutto. Questi qui hanno sbagliato regolamento, perché hanno letto la versione precedente. Il nuovo regolamento prevede tempi diversi, che sono stati perfettamente rispettati. E poi non si boccia il bilancio di un Comune per una questione formale come questa! Al limite si chiedono chiarimenti, spiegazioni…“
E così, fiducioso come può esserlo un incosciente, guidai la spedizione nella capitale della Regione, previa richiesta di audizione.
Mi trovai di fronte un insieme di cariatidi (l’allora comitato di controllo sugli atti degli enti locali), in compagnia di un paio di funzionari compiacenti, che ascoltarono la mia spiegazione in silenzio. Poi si guardarono in faccia a vicenda, con sguardo vuoto e spento e ci risposero: “Vi faremo sapere“.
Tornai a casa un po’ meno fiducioso di prima, ma ancora sufficientemente ottimista.
Il giorno dopo giunse la risposta: “Decisione confermata. Bilancio annullato.“
Da quel momento smisi di avere fiducia nella Regione…