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Mai dire autogoal

Creato il 13 ottobre 2015 da Subarralliccu @subarralliccu

Al passato non c’è mai fine trasparenza

Fare confusione, buttarla in caciara, insultare e sollevare polveroni con post sconclusionati è il modo di agire di un gruppo politico, quello dell’attuale minoranza in Consiglio Comunale, che ha imperversato a Nuraminis e Villagreca per 5 anni. Un modo di fare necessario a chi è affetto da un vuoto pneumatico di idee, di progetti, di competenza; a chi ha dimostrato fino in fondo d’essere privo di una visione di governo della cosa pubblica proiettata verso il futuro e interconnessa con i bisogni dei concittadini e con i protagonisti istituzionali, sociali, culturali del territorio.

La foglia di fico del così detto “buco di bilancio” non è servita a coprire queste inadeguatezze. Anche perché, la nuova maggioranza, anch’essa senza soldi e con un bilancio striminzito, ha fatto in 4 mesi interventi sui versanti sociale e culturale che la minoranza non è riuscita in 5 anni.

Perché – come sosteniamo da tempo – i primi capitali da investire sono quelli umani. Le competenze individuali, i saperi del territorio, la tessitura di relazioni positive sono l’elemento cruciale per avviare percorsi di crescita comunitaria.

Per una destra non liberale, che concepisce solo la cultura del contributo pubblico, questi sono concetti difficili da comprendere. È difficile capire che se si hanno idee, capacità programmatiche e realizzative, si può fare tanto. L’estate nuraminese, la costituenda Consulta Giovanile (partecipa qui), la definizione di nuove reti di collaborazione sui principali temi che interessano il Comune (sviluppo edilizio, agricolo e artigianale, le politiche sociali, culturali, la formazione permanente) sono solo alcuni esempi di quello che stiamo dicendo.

La minoranza, nei 5 lunghi anni in cui ha governato il paese, non solo si è mostrata inconsistente sotto questi profili, ma si è permessa di buttare dalla finestra soldi pubblici in avvocati e vertenze giudiziarie contro i cittadini (vedi qui); di imbastire processi pubblici in perfetto stile giacobino (vedi qui); di disertare le iniziative delle associazioni giudicate nemiche (regalo 5), arrivando a chiedere il pagamento di un affitto per i locali del Montegranatico e gravando così su manifestazioni culturali pensate per la crescita del paese.

Sono inadeguatezze e scelte che fanno parte di un passato che nuraminesi e villagrechesi hanno voluto lasciarsi alle spalle col voto dello scorso 31 maggio. Gli elettori hanno punito chi ha imbarbarito il confronto, chi ha avvelenato l’ultima campagna elettorale, con insulti e diffamazioni, senza mai proporre un argomento, un tema, un obiettivo che fosse uno.

Gli elettori, soprattutto, hanno voluto dare e darsi la possibilità del cambiamento, mossi dal desiderio di andare oltre, dando fiducia a un modo diverso di intendere il governo della cosa pubblica: nella forma e nella sostanza.

La trasparenza ora è qui, dove prima non c’era

In questo quadro, la minoranza, se avesse un minimo di amor proprio, dovrebbe per lo meno fare una quintalata di autocritica. Farlo in particolare su alcuni temi, come quello della trasparenza, del quale oggi si erge a paladina, dopo averla per anni negata, in spregio della normativa vigente.

Si sa, la fretta e la furia sono nemiche delle cose fatte bene. Dev’essere per questo che il capogruppo dell’opposizione, in occasione del consiglio comunale dello scorso 30 settembre, inanella una serie fantozziana di autogoal.

Il masochismo entra in scena al 5° punto all’ordine del giorno (approvazione del bilancio di previsione 2015 e del bilancio pluriennale per il triennio 2015-17). La minoranza accusa la giunta di non aver notificato ai consiglieri e non pubblicato nell’albo pretorio il Decreto 172 del 18-09-2015, con cui l’Assessorato degli Enti Locali della Regione Sardegna ordina al Comune di Nuraminis di approvare i citati bilanci entro e non oltre 30 giorni dalla notifica del provvedimento. L’opposizione ritiene che questa omissione sia prova di assenza di trasparenza. Sindaco e vicesindaco rimandano al mittente l’accusa, si assumono la responsabilità della mancata notifica e la attribuiscono a disattenzione.

Sicuramente non sapendo cosa stava per piovergli addosso, il capogruppo dell’opposizione legge il paragrafo di un nostro post (questo). Con l’ennesimo copia-incolla, l’opposizione contesta (giustamente, sia chiaro) un errore della maggioranza, ma si dimentica della condizione di completa illegalità nella quale ha lasciato per anni il Comune di Nuraminis, proprio sul versante della trasparenza.

Il decreto legislativo n. 33 sul riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicazione e trasparenza, pubblicato nel marzo 2013, obbliga tutte le amministrazioni a dotarsi della sezione amministrazione trasparente, disponendo sezioni, sottosezioni e relativi documenti, informazioni e banche dati.

In chiusura di seduta, il sindaco Mariassunta Pisano comunica che, dalla seconda metà di Settembre 2015, cioè a tre mesi dall’insediamento della nuova giunta, è finalmente attivo sul sito istituzionale del Comune il servizio “Amministrazione Trasparente”. Un servizio già compreso nel contratto con il gestore (e pagato dai cittadini nuraminesi)  e che, come ha specificato il vicesindaco in chiusura, la vecchia amministrazione non aveva mai attivato.

Attraverso “Amministrazione Trasparente” il privato cittadino, le aziende, la minoranza, possono accedere a tutti gli atti dell’Ente, sia alle determine che agli atti degli organi collegiali, all’archivio e a tutti quei contenuti resi obbligatori dal dl 33. Lo strumento, ancora in fase di rodaggio, una volta entrato a pieno regime, permetterà anche di prodursi da casa certificati o di verificare lo stato di avanzamento di una pratica.

La minoranza, prima di fare le prediche copia-incolla, ha mai avuto idea che “Amministrazione trasparente” è obbligatorio per i Comuni dall’aprile 2013? Lo sapeva o no? Se la risposta è sì ha colpevolmente omesso un servizio essenziale per la trasparenza. Se non lo sapeva è pure peggio. Dopo una simile, gravissima omissione, come si permette la minoranza di fare prediche per un documento di cui non è stata data notifica? È così attenta alla pagliuzza nell’occhio dell’avversario da non vedere la trave con cui se ne va per strada?

Le “sviste” dell’Opposizione cavano gli occhi a un cieco

Il vicesindaco precisa come questi servizi, seppur pagati, non siano mai stati attivati. Il capogruppo dell’opposizione, preso di sprovvista, getta (molto signorilmente) la responsabilità della grave omissione sul precedente segretario comunale: insomma lui non se n’era accorto.

Ma lo scaricabarile non funziona, perché Anni sapeva eccome che il sito non rispettava i requisiti di legge. Poco prima dell’entrata in vigore della nuova normativa, il 10 febbraio 2013, questo blog già sollevava il problema della scarsa trasparenza del sito istituzionale del nostro Comune (leggi qui). Rilevammo l’assenza dei servizi e delle informazioni minime previste dalla Bussola della trasparenza. Anni, per tutta risposta, ci accusò di “denigrare con false accuse un’amministrazione pubblica fornendo dati sbagliati” e di avere un atteggiamento “poco costruttivo” da ricondurre “all’invidia viscerale che mal si sposa con la precisione“. Inoltre, l’attuale capogruppo della minoranza ci accusò di “avere fatto critiche gratuite basate su dati falsi appositamente conditi per dare ai frequentatori della rete un’immagine di incapacità dell’amministrazione comunale“.

Accuse pesanti, ancora una volta al limite della diffamazione, indirizzate a chi stava ponendo un problema reale. Invece che chiedere scusa, l’ex maggioranza ha lasciato il sito nelle condizioni da noi evidenziate anche dopo l’emanazione del decreto del marzo 2013.

Non sappiamo se questa pesante omissione sia dovuta a “svista”, insipienza, incapacità o volontà della giunta Anni: ci interessa poco. Ciò che invece bisogna dire è che la minoranza non ha nulla, ma proprio nulla da insegnare sulla trasparenza, che è stata da loro negata per anni; nulla ha da insegnare chi, inoltre, ha sfregiato le norme sulla riservatezza, violando dati sensibili (e teoricamente inaccessibili), per diffamare con accuse inventate l’avversario politico.

Questo signor oppositore dovrebbe smettere di fare il maestrino, perché non ne ha i titoli. Dovrebbe invece tornare sui banchi a studiare. Imparerebbe che fare copia-incolla da internet non fa di te un esperto; e che se proprio copia-incollare devi, almeno fallo bene.


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