Salve a tutti e soprattutto Buon Anno!
E’ un po’ che non scrivo ma sapete bene che sono assai incostante. Ho appena ricevuto le statistiche di WordPress per il 2013 e devo dire che avere scritto solo dieci articoli nell’intero anno mi lascia piuttosto insoddisfatto, sono sicuro che avrei potuto fare di meglio, ma sono stato assai occupato e alla fine le cose sono andate così. Un vero peccato, perché effettivamente ricevo tante email e commenti e credo che voi cari lettori abbiate il diritto di ricevere ciò che chiedete.
Contravvenendo però a quanto ho appena detto, oggi non parlerò di immigrazione, visti, della Norvegia, del Canada, del fatto che il sindaco di Toronto fuma stupefacenti e se ne vanta apertamente in TV o del fatto che pochi giorni fa abbiamo avuto qui a Montreal il giorno più freddo degli ultimi trent’anni (-27, percepita -41. Lo stesso giorno a Winnipeg era più freddo che al Polo Nord. Ebbene si.).
No, oggi vi parlo di qualcosa che mi fa imbestialire. Imbufalire. Inorridire. In ultimo, commiserare il nostro povero Paese.
Mi riferisco alle vicende scioccanti che riguardano l’ennesima bufala taumaturgica: Stamina. Avrei voluto dire medica, ma questo termine non mi pare possa essere utilizzato in tutta questa vicenda.
Faccio una premessa subito, non sono un medico, sono un ingegnere. Per chi vuole leggere una analisi fatta da un medico, suggerisco sempre l’ottimo MedBunker che queste questioni le esamina sempre in maniera assolutamente metodica, qui il collegamento: http://medbunker.blogspot.it/2013/03/cure-con-staminali-litalia-dei-pifferai.html.
Detto questo, non mi lancerò quindi in una appassionata analisi incentrata sull’assurdità di una terapia che per affermazione stessa del suo creatore viene improvvisata e cambiata da turlupinato a turlupinato (giacchè usare paziente sarebbe parimenti inadeguato) risultando quindi irriproducibile e fatalmente non scientifica.
Ciò che invece causa il mio disgusto e la mia delusione è una semplice domanda: “Di nuovo?”. Chi si ricorda il Prof. Di Bella e la sua cura che avrebbe dovuto curare qualsiasi forma di cancro o quasi? No? Ripercorriamo insieme a grandi linee quello che successe (senza troppe pretese di precisione per la verità, badiamo a pochi fatti di base, il resto è solo romanzato), dopodiché torniamo al mio quesito e tiriamo insieme le somme.
Il Prof. Di Bella annuncia di avere scoperto una cura per il cancro praticamente universale, basata su sue intuizioni terapeutiche ispirate probabilmente ad alcuni studi del tutto minori che testimoniano una efficacia in vitro (ovvero in provetta, al di fuori di un corpo vivente) di alcune sostanze. Identifichiamo quindi il primo elemento, la Rivelazione Mitologica. Il nostro Eroe, novello Prometeo, riceve dagli Dei un dono.
Alla richiesta di presentare cartelle cliniche e studi di supporto per questa innovativa terapia, il Di Bella decide di arroccarsi, diffidando dei poteri forti come il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità. Ecco quindi il secondo elemento, l’Eroe ha un Antagonista estremamente potente dal quale rifugge senza alcun motivo specifico. Se davvero avesse le prove della cura per il cancro, perché mai vorrebbe nasconderle? Mi viene da pensare che o non l’ha scoperta o la tiene nascosta per lucrarci sopra. Nel primo caso è un ciarlatano, nel secondo caso un individuo abietto. Ma nella nostra ricostruzione lui è l’Eroe, quindi ammettiamo pure che egli sia bello e buono, nella migliore tradizione greca.
L’Opinione Pubblica si muove incantata dalle parole melliflue dell’Eroe: tanti sono incantati dalle guarigioni miracolose, dalle testimonianze strappalacrime, dalla speranza rediviva di guarire da una malattia terribile e incurabile. Ecco quindi che nonostante il parere scettico di molti scienziati, interviene l’onnipotente Magistratura che a colpi di perizie giurate impone la somministrazione della cura e non solo, apre la porte alla Sperimentazione.
Ecco, finalmente, il Vello d’Oro, la Sperimentazione, il sacro processo di ufficializzazione della medicina. L’Eroe è ormai alle porte dell’Olimpo, ha ottenuto il suo scopo, eseguire i suoi test a totale costo del malvagio Stato che nulla vuole se non nascondere questa miracolosa pozione magica ai suoi cittadini.
La Sperimentazione comincia e viene interrotta dopo poco tempo: nessuno dei coinvolti migliora, alcuni decedono, altri peggiorano. L’Eroe strepita, i druidi assunti dal malvagio Stato non hanno seguito la formula magica perfettamente e così facendo hanno invalidato i test. Si lamenta perfino che qualcuno ha falsificato la procedura, scatenando l’ira dei solerti magistrati che lo condannano per diffamazione.
Continuano le urla e gli strepiti, ma il giudizio è finale e definitivo: i benefici osservabili dalla formula taumaturgica Di Bella sono assimilabili in tutto e per tutto all’effetto placebo. Un effetto potente, ma basato sull’illusione e non è certo l’inganno a poter reggere l’arte medica.
Finisce così la saga di Prometeo Di Bella, muore in veneranda età noto in Italia come “genio inascoltato” secondo i figli (che ora frequentano pregiati forum e convegni di complottisti, ufologi e simili imbonitori). Qui in Canada è categorizzato sotto i Quacks (“ciarlatani”) all’unanimità. Hanno addirittura festeggiato quando una clinica dibelliana nel quartiere italiano di Toronto è stata chiusa per truffa.
Quindi tornando alla realtà dei fatti, col Prof. Di Bella abbiamo una terapia basata vagamente su una intuizione di effettivo carattere scientifico ma non solo del tutto non dimostrata ma anche completamente non documentata. Periti ed esperti hanno esaminato le cartelle del Di Bella trovandole incomplete, illeggibili, mal redatte, impossibili da decifrare o da inquadrare in uno studio di qualsiasi serietà. Senza contare che di tutti i casi medici effettivamente documentati non si ha alcuna traccia delle decine di centinaia di casi che questa “terapia” sostiene di avere guarito. Tutto questo pasticcio ovviamente, a spese nostre. Perizie, tribunali, sperimentazioni, laboratori dell’esercito per la produzione di farmaci.
Sono passati non so quanti anni e ci risiamo. La storia è pressoché identica, stavolta forse ancora più becera perché la base scientifica manca del tutto. E’ incredibile il livello di somiglianza con la storia Di Bella e la cosa che mi fa imbufalire è che ancora una volta stiamo vivendo la nostra piccola riedizione di Prometeo.
Il Prof. Vannoni è un docente (o meglio era, mi pare abbia perso la cattedra qualche giorno fa) di psicologia della comunicazione. Affetto da una emiparesi facciale qualche anno fa, va in Ucraina dove in una grotta remota, due alchimisti ucraini gli somministrano la Pozione Staminale. Grazie a questo miscuglio miracoloso, egli comprende il segreto del Tutto e dell’Universo: la pozione può curare malattie neurodegenerative gravissime. Questa intuizione è ovviamente più che legittima, dall’alto delle sue profondissime conoscenze mediche infatti, egli può determinare l’immediata somiglianza tra la sua emiparesi di carattere virale e le malattie di cui sopra. Ecco dunque la Rivelazione Mitologia, Prometeo Vannoni ha trovato il sacro fuoco.
Il nostro Eroe torna quindi in patria e comincia a somministrare la sua pozione alchemica a pazienti, senza alcuna remora, sapendo di essere nel giusto. Vanta decine di successi, al punto che grazie a questi clamorosi successi riesce a entrare in una struttura pubblica, gli Spedali di Brescia. Tutto sembra andare per il meglio finché i malvagi Antagonisti di Di Bella non tornano in scena: il malvagio Ministro e il depravato Istituto non vogliono che si scopra la pozione magica e ne ordinano quindi la sospensione immediata.
Ecco anche qui quindi che si mobilita l’Opinione Pubblica, in questo caso spinta da un modesto cabaret d’opinione pornografica tal “Le Iene”, commossa per le immagini di decine di fanciulli morenti curati miracolosamente dalla pozione. O così sostiene l’Eroe. L’onnipotente Magistratura non può ovviamente stare zitta di fronte a questo scempio. E’ assolutamente necessario intervenire, chi ha cominciato ad assumere l’intruglio taumaturgico ha il diritto di portare a termine il trattamento!
Questo sfonda le porte per la conquista del Vello d’Oro anche per Prometeo Vannoni che finalmente approda alla Sperimentazione: è finalmente il momento di dimostrare alle spese del cittadino quanto la sua cura sia geniale ed efficace. Differentemente da Di Bella però, Vannoni raggiunge il suo limite. Si scopre infatti Icaro con le ali di cera e casca in mare di fronte all’ostacolo più insormontabile: la standardizzazione. Inutile il suo appello alla variabilità dei trattamenti e al fatto che la pozione sia “aggiustata” alla bisogna, caso per caso. Futile il tentativo di spiegare che per ogni singolo caso la sua squadra di esperienza ormai ventennale aggiusta i risultati in modo da ottenere “la miscela giusta”.
E’ tutto inutile, il Vello d’Oro viene chiuso di nuovo nel suo sepolcro. Il Ministro vince ancora una volta: la pozione magica è priva di qualsiasi fondamento scientifico e Prometeo Vannoni non è riuscito a fornire alcun tipo di documentazione sufficientemente formale da definire con rigore e precisione quale sia il “metodo”.
Torniamo a noi. Queste due storie, che qui ho raccontato davvero in burletta e in maniera del tutto approssimativa ma sottolineando le tappe significative, sono assolutamente simili e in maniera drammatica. Abbiamo una persona singola, voce fuori dal coro, che presenta una cura per malattie gravissime, spesso incurabili. Questo è semplicemente un fatto, non è né positivo, né negativo.
La cura presenta in entrambi casi caratteristiche singolari che per qualche motivo la rendono “difficile da dimostrare”. Non ci sono cartelle cliniche. Non ci sono studi scientifici che presentino il fenomeno o se ci sono hanno importanza talmente minuscola da non poter essere presi in sufficiente considerazione. A domande di chiarimenti, le risposte sono evasive, i rimandi sono sempre alle testimonianze, del tutto soggettive, di genitori e familiari. In alcuni casi addirittura si strumentalizzano i bambini.
Si crea una polarizzazione immediata o quasi tra comunità scientifica, italiana e internazionale e comunità, diciamo “alternativa”, a supporto della nuova teoria. La comunità scientifica fa quello che fa da quando esiste il metodo scientifico. Chiede esperimenti riproducibili, sistematici, dimostrabili, falsificabili (ovvero che si possano dimostrare come falsi, non che si possano fingere, è un principio della scienza). Lo fa senza urlare, con calma. La risposta che arriva è sempre disordinata, polemica, aggressiva o difensiva come serve. Si introduce sempre qualche elemento di complotto, tipicamente o il governo o “gli interessi delle case farmaceutiche”, entrambi elementi piuttosto assurdi dato che nel primo caso si guadagnerebbe gloria eterna per avere concesso la guarigione di una malattia incurabile e nel secondo caso si incasserebbero miliardi nella vendita della cura. Tutti aspetti da personalità paranoide, se mi posso permettere un giudizio che non sono affatto professionalmente autorizzato a dare. D’altra parte se Vannoni si occupa di cellule staminali senza essere medico, credo tutto sommato di avere il diritto di dire la mia.
I media strumentalizzano ad arte la notizia. Chi non si commuoverebbe nel vedere i toccanti servizi delle Iene, montati ad arte per dare il massimo risalto mediatico a Vannoni? Chi non sarebbe a favore di una cura come quella di Di Bella in cui decine di testimonianze giurano di essere guarite miracolosamente grazie al suo magico cocktail? I peggiori giornalisti d’Italia, vergogna del Paese, cavalcano quindi l’onda e spingono famiglie disperate ad abboccare all’amo di questi tristi venditori di sogni. Questo è un aspetto dolorosissimo di queste storie di ciarlatani tutti italiani. Ci sono famiglie che soffrono per la malattia di un loro caro che costringe l’una a una vita difficile, l’altro alla pietà altrui. Bisogna avere rispetto per tutte queste persone e comprendere come la benché minima, microscopica, irrazionale speranza, possa accendere un ardore che non ha confini, al punto da difendere fino all’inverosimile la fantasia perversa e criminale dei ciarlatani (v. persone come il sig. Tullio Simoncini, date un’occhiata a medbunker di cui sopra per saperne di più).
E’ proprio su questo punto che falliamo come Paese. Non si può, e ripeto, non si può, far pagare alla collettività l’emotività di questi momenti. Non può essere la collettività a pagare per la sperimentazione di una teoria balzana. Non può essere la Magistratura, che sulla scienza di certo non ha competenza, con una perizia fatta da chissà chi, a imporre cure mediche. Può vietarle perché insicure o non verificate, ma non le può ordinare. Può essere un magistrato a dare una sorta di placet scientifico? Dubito. Possiamo rallegrarci del fatto che questa allucinazione collettiva chiamata Stamina non verrà sperimentata a spese del cittadino, specie ora che stanno emergendo tutti gli illeciti commessi in questi anni da Vannoni e i suoi complici, ma è davvero così? E se Vannoni questi protocolli li avesse presentati in tempo? La sperimentazione sarebbe partita?
A questo ritmo, tra dieci o quindi anni avremmo un nuovo ciarlatano che ci dirà che l’urina di mucca se bevuta quattro volte al dì prima dei pasti cura l’AIDS. Ci sarà qualcuno che colpito da dramma personale senz’altro difenderà a spada tratta questo metodo. Volete sperimentarlo?
Fate pure. Ma…
MAI PIU’ DI TASCA NOSTRA.
Che tutti i soldi sprecati siano dati alla ricerca, quella vera. Alle famiglie affette da drammi, il nostro affetto ma nessuna illusione e nessuna presa in giro, questo è il rispetto che si meritano. Non di essere truffate e spremute fino all’ultimo euro da ciarlatani criminali senza scrupoli.