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Maika Makovski a Barcellona

Creato il 11 gennaio 2012 da Witzbalinka

Il 2012 sembra propizio a una rilettura di Edgard Allan Poe. Dal suo stesso inizio c’è qualcosa che sembra presagire catastrofi e decadenze. Se un racconto come Le vicende relative al caso del signor Valdemar o Il crollo della casa degli Usher possono sembrare, tra le tante, scelte ovvie per illustrare in modo diverso la crescente sensazione della fine del mondo e un’epoca che deve affrontare una crisi senza precedenti che persiste mostruosamente ad auto ingannarsi in una trance simile a ciò che è stato causato dalle arti del mesmerismo, solo temporaneamente capaci di urtare visioni della più spaventosa decomposizione e putrefazione interne (riscaldamento globale della terra e crisi energetica incluse), il modo in cui i film, come il potentissimo Malinconia di Lars Von Trier fa rimare la depressione con l’avvenimento della fine, simbolica o letterale, del pianeta, annunciato dal precisissimo calendario maya, porta alla mente in modo subliminale e incosciente alcuni dei testi di fantascienza e speculazione psicofilosofica meno conosciuti del famoso scrittore statunitense, il mistero della cui orripilante morte fa ancora inorridire le strade della città di Baltimora.

maika makovski

Un mistero comparabile solo a quello dell’enigmatica e immediata scomparsa nello sconcertante e controverso finale di questo viaggio ai limiti del mondo che è la Storia di Arthur Gordon Pym. Poe ha dovuto abbandonare per qualche ragione il racconto nel momento culminante, o forse in modo anche pioniere, volle lasciare un’opera aperta una volta lasciati i fatti narrati a un punto in cui nessun linguaggio poteva raggiungere per dare conto di questi, tranne il celebre e ominoso «Tekeli-li» dello stormo di uccelli giganteschi che sorvolano il cielo prima che si apra l’abisso della cascata davanti ai protagonisti lasciando intravedere la visione di quella figura gigantesca e velata la cui pelle ha il perfetto candore della neve?

 

Oggetto di estrema importanza è in Poe la scomparsa che sembra essersi convertita oggi giorno in una preoccupazione della nostra epoca crepuscolare. Non è tanto casuale forse che l’ultimo disco dell’artista delle Baleari di origine andaluso-macedoni Maika Makovski che suonerà alla Sala Apolo di Barcellona il prossimo 19 gennaio http://www.sala-apolo.com sia intitolato Desaparecer (Scomparire), nome dell’opera teatrale di Calixto Bieito, ispirata alle opere di Poe, di cui è stata recentemente coprotagonista.

 

La Makovsky, una delle figure più creative del panorama della musica spagnola contemporanea, si è sentita tanto produttivamente ubriacata dai testi di Poe, che non poteva smettere di leggere ossessivamente, durante le prove e gli spettacoli: ha composto quindici canzoni in un modo assolutamente naturale e spontaneo. Dodici tra queste formano il disco.

 

Paul Oilzum Only-apartments Author
Paul Oilzum


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