C’era una volta il mais…
Cereale alla base dell’alimentazione di un gran numero di persone, come ad esempio il Messico, dove viene trasformato il tortillas e tacos.
Da noi, con la sua farina macinata si cucinava la polenta, che per secoli ha saziato una grande quantita’ di povera gente di origine contadina. La polenta riempiva lo stomaco, d’inverno riscaldava, poteva essere mangiato anche dagli anziani sdentati, i piu’ poveri lo insaporivano con un pezzetto di formaggio o con un’aringa affumicata, i piu’ abbienti con una salsiccettta un intingolo con un pochino di carne o di baccala’. Adesso di polenta, quella vera, non precotta, se ne cucina sempre meno, dati i lunghi tempi di preparazione.
Ma sta scomparendo anche per altre ragioni e forse si trasformera’ in un cibo da ricchi. Perche’? Per il motivo che mais per l’alimentazione umana se ne coltivera’ sempre meno. Una parte si trasforma in mangime per gli animali, un’altra in olio commestibile, ma sono le modificazioni ad uso industriale che stanno distruggendo l’agricoltura ad uso umano. I sacchetti per la spesa che hanno sostituito quelli inquinantissimi di plastica sono infatti a base di amido, di patate o appunto di mais.
Ma il colpo finale sembra darglielo l’energia “sostenibile”, in quanto molto mais viene utilizzato per la produzione di biogas e quindi sostenuto con forti incentivazioni statali, rendendo cosi’ piu’ proficua la coltivazione ad uso industriale piuttosto che alimentare. Passera ha promesso che questi incentivi verranno fortemente
ridotti…Inoltre, assieme a colza e girasole, si utilizza pure per la produzione del biodiesel.
vedremo, altrimenti avremo sempre piu’ gas per le nostre cucine e sempre meno roba da cucinarci dentro. In un mondo di persone affamate, mi sembra solo un enorme spreco.