"Fanculopensiero. Forse non si può dire. Forse somiglia più a uno slogan che al titolo di un libro. Forse dà fastidio. E poi quelle parentesi. Perché? Ma vi è mai capitato di inseguire un obiettivo e di scoprire che avete impegnato tutte le vostre forze invano, perché quello che cercavate era altrove?
Vi siete mai aggrappati all'orgoglio e all'ambizione finendo per ferire voi stessi e le persone che amate? Quante volte avete dovuto ammettere che fuori dal cerchio del vostro io non capite granché e giurate, mentendo, di aver cercato una strada negli altri e con gli altri?"
Questa è la storia vera di Maksim, che da giovane manager in carriera in Croazia si è ritrovato a fare lo scrittore di strada a Milano. Lui stesso ammette che a un certo punto qualcosa si è bloccato dentro di lui. Tutto tranne la voce del suo rinato istinto, che gli diceva di andar via.
Così prende il primo treno diretto a ovest e si stabilisce a Milano. Vive come può. E come capita. Spesso non mangia. Più spesso non dorme. Alle Colonne di San Lorenzo, ai piedi della statua di Costantino, in una delle sue lunghe veglie ha l'intuizione di cominciare a scrivere, di raccontare i suoi giorni e le notti, di mettere su carta i suoi pensieri.
Ho letto questo libro due volte: una quando lo acquistai più di quattro anni fa, una durante questo periodo di pausa dal blog, a discapito della lunga lista di libri da leggere e del Kindle che mi guardava dalla sua custodia rosso corallo. Senza contare le volte che l’ho guardato sulla mensola, l’ho ripreso tra le mani e ho riletto alcuni passaggi su cui avevo messo un piccolo Post-it. Perché ho deciso di riprendere in mano questo libro, dunque? Perché è un libro che ti fa stare bene, che ti ricollega alle cose importanti della vita e che, come la prima volta, quando ho girato l'ultima pagina mi ha fatta sentire di nuovo più ricca. Sono tre le cose che ho amato di questo libro:
- Quanto mi faccia tornare ottimista, anche quando mi sembra di vivere in atmosfere dell’anima più tetre di quelle di un libro di Stephen King;
- Le descrizioni delle persone che incontra, talmente surreali da essere paradossalmente più credibili, e dei luoghi di Milano e dintorni, che vengono disegnati in un modo dignitoso e inatteso, con un linguaggio quasi poetico;
- La sensazione determinazione che mi lascia addosso e allo stesso tempo la volontà di trascurare per un po' la necessità di controllo su ogni cosa. La prima non è un problema, ma la seconda è sempre stata una cosa che mi spaventa.
Ama leggere e scrivere e porta avanti entrambe le passioni, con una tessere della biblioteca in cui si rifugia e con un blocco e una penna che gli costano neanche cinquemila lire. Scrive in italiano – un buonissimo italiano, per non essere madrelingua – e inizia a vendere i suoi racconti per strada, su un banco fatto di scatoloni di cartone. Incontrerà persone, vivrà difficoltà, ma mai dimenticherà il suo intento e lo spirito che lo spinge a portare avanti la sua scelta. Non tornerà sui suoi passi. Non voglio dirvi altro, perché voglio davvero che questo libro venga letto con apertura mentale e curiosità. Perciò con la trama mi fermo qui.
Il libro scorre via senza intoppi e vi sarà difficile scordare le vicende raccontate. Sono tante le emozioni disseminate lungo le pagine, e non è soltanto attraverso Cristan che ci incamminiamo su strade dalla stabilità incerta: si respirano perfezione e difetti, certezze e indecisioni, costruzione e abbattimento in tanti dei personaggi di cui racconta. È scritto in modo semplice, leggero e meditato, senza giudizi di alcun genere e senza che le idee che racchiude ambiscano a diventare verità assolute, ma fornendo invece un’ottima visione di paragone con quella che è l’esperienza di ciascuno. Un libro diretto, con un’inattesa profondità contrapposta a una scrittura spiritosa e intelligente, senza superbia né traccia di commiserazione.
Leggetelo. A me ha fatto bene.
Maksim Cristan - (Fanculopensiero)
208 pagine - 2007 - Feltrinelli, collana Serie Bianca - 13 €
ISBN: 978-8807171345
Formato brossura - Formato Kindle - Formato ePub
Ancora qualcosa:
- Cercavo una via d’uscita, ma mi sono accorto che ogni uscita dall’altra parte è un’entrata ed io dentro ci sono già.
- Abito in una piccola piazza di una grande città. E, sia chiaro, non ho niente da lamentare della mia abitazione attuale. È molto spaziosa. Il mio salotto è così grande che di sera ospita centinaia di persone. Nei miei corridoi si ritrovano migliaia di persone, e per trovare un bagno libero a volte devo fare addirittura due fermate col tram..
- L'intervista di Cristan a Le invasioni barbariche di qualche tempo fa.