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Mal’aria: Amore, Morte e Mistero

Creato il 12 ottobre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Mal’aria: Amore, Morte e MisteroEraldo Baldini, nato a Russi nel 1952, è salito agli onori della ribalta letteraria nel 1991 quando vinse il MystFest di Cattolica con il racconto “Re di Carnevale”. Specializzato in antropologia culturale ed etnografica, ha iniziato la sua attività di scrittore proprio con alcuni saggi in questi ambiti. Il salto alla letteratura con la A maiuscola arriva con la raccolta di racconti “Nella nebbia” con cui si va ad inserire a pieno titolo nel filone mystery, che personalizza grazie ai suoi studi sul folklore romagnolo. Il suo modo di scrivere, le tematiche e le ambientazioni dei suoi romanzi infatti fanno definire la sua narrativa con il termine di “country gothic” o “gotico rurale”, un genere tipicamente anglosassone e tipicamente cittadino, che Baldini, in modo del tutto originale e personale, è riuscito a trasportare negli ambienti familiari di una campagna romagnola nota nell’immaginario collettivo per le sagre a base di piadina e salsicce, non certo per gli enigmi tenebrosi. Eraldo Baldini ha diversificato poi la sua attività anche in altri settori divenendo sceneggiatore, autore teatrale e organizzatore di eventi culturali. Il libro di cui ci occupiamo, “Mal’aria” scritto nel 1998 e portato sugli schermi televisivi in una fiction andata in onda su Rai 1 nel 2009, è l’esempio tipico del suo personalissimo approccio al mistero. Nel 1925, a sud del delta del Po, tra Ravenna e Ferrara, proprio quando il regime lancia un accurato e moderno piano di risanamento e bonifica delle zone paludose e malariche, un picco nel tasso di mortalità infantile, improvviso ed imprevedibile, accende l’interesse della Direzione Generale di Sanità che decide di aprire un’inchiesta inviando in quei territori un ispettore, Carlo Rambelli, romagnolo di Forlì, per scoprire cosa sta succedendo. Quest’ultimo si trova però ben presto alle prese con un assurdo rompicapo, in un paesaggio oscuro, ammantato di nebbia, e che trasuda la malattia, dove si aggirano personaggi genuinamente sfuggenti: le squadracce fasciste, i proprietari terrieri, i padroni delle risaie e gli abitanti sembrano tutti vivere nel silenzio e nell’omertà.

Mal’aria: Amore, Morte e Mistero

Strane morti complicano ulteriormente il tutto, portando il nostro ispettore sempre più a contatto con un abisso di viltà e miseria morale senza eguali, fino ad arrivare al drammatico ed agghiacciante epilogo della vicenda. Baldini, con il suo stile asciutto, diretto, scarno, disegna un mondo cupo, sospeso tra la realtà dell’epoca, dura e disperata, e un “mondo rurale” che affonda le sue radici in un passato fatto di superstizioni e riti arcaici, difficilmente comprensibili ed accettabili, in cui verità e segreti si mescolano sedimentandosi e creando un clima di graduale suspense che prepara il lettore ad un finale troppo terribile per essere accettato. Siamo di fronte ad un’opera che non può lasciare indifferenti e che, perfetta nella ricostruzione storico-filologica, ci trasporta, anzi, ci prende per mano, in questo viaggio a ritroso in un’epoca ormai lontana, in un mondo, quello rurale, che ha caratterizzato il nostro paese almeno fino agli anni ‘40, in cui la difficoltà di vivere, o meglio di sopravvivere, era la costante di una società prettamente agricola. L’ambientazione durante il periodo del regime fascista ci regala uno spaccato su come le forze economiche e sociali del tempo fossero scese a compromessi con il potere, ma anche su come individui senza scrupoli e animati da biechi propositi, il Bellenghi del caso, potessero ascendere i gradini della scala sociale facendo della violenza e della prepotenza il loro carburante.

Mal’aria: Amore, Morte e Mistero

Sullo sfondo di un mistero che si infittisce pagina dopo pagina, emergono le figure dei due protagonisti Carlo, un gentleman prestato alla medicina, ed Elsa, la popolana dotata di selvaggia sensualità, che pur provenendo da mondi diversi, pratico e razionale lui, sognatrice e fatalista lei, riescono a trovare le loro risposte l’uno nell’altra, abbandonandosi, con tutta la passione ed il trasporto del caso, ad una relazione pericolosa (lui è infatti sposato con la collega Anna, lei è bramata dal brutale Bellenghi), che rappresenta l’unico momento di sole e di calore in questo mondo freddo e nebbioso, scuro ed inesplicabile, brutale e crudele, in una sola parola: amorale. Non meno interessanti sono le figure di Oreste Bellenghi, il capo delle squadracce locali, violento ed ignorante, simbolo del fascismo muscolare e prepotente, e di Giuseppe, il bambino sensibile, intelligente e solitario, che vede i morti intorno a lui e che viene considerato, e sopportato, nella comunità come “diverso”. Piccolo capolavoro della letteratura mystery, reso ancor più vicino e vivido dall’ambientazione “romagnola”, “Mal’aria” avvince già dalle prime righe mantenendo poi viva l’attenzione fino a quando, come un terribile cazzotto allo stomaco, arriva l’amara e chiarificatrice conclusione.

Mal’aria: Amore, Morte e Mistero

Non c’è dunque happy end: il male trionfa a 360 gradi ed a nessuno dei personaggi viene concessa la possibilità di redimersi. La razionalità soccombe al “soprannaturale”, a tal punto che anche la memoria dei due “ficcanaso” viene offuscata e resa fasulla ed “immorale” dai vincitori. Tutto torna come prima, avvolto nella nebbia, e con la “Borda” che continua a turbare l’esistenza degli infelici abitanti di questo “inferno” quotidiano. In chiusura, un romanzo ben costruito, caratterizzato da una narrazione che si può definire quasi “visiva”, cinematografica, in cui l’autore non solo affronta i temi della malaria, del fascismo e della medicina, ma anche, e soprattutto, quello della commistione esplosiva che può derivare dall’unione della corruzione con una mentalità primitiva, arretrata, superstiziosa ed estranea al razionalismo scientifico della medicina e alle regole codificate del vivere civile. Il mio consiglio? Un libro senz’altro da non perdere!!!

Mal’aria: Amore, Morte e Mistero


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