Mal comune... mezzo gaudio!
Ma voi maschi lo immaginate lo stress della donna media all’arrivo dell’estate? Avete anche solo una microscopica idea delle pressioni a cui i media ci sottopongono?
Ce l’avete?
Io dico di no.
Non sono ancora nemmeno spuntate le primule, le rondini non han fatto in tempo a ritornare sotto i tetti aviti che la pubblicità inizia la rumba estiva. Creme rassodanti, anticellulite, la cellulite che è una malattia e da tale deve essere trattata, e la chiappa su e la pancia piatta, e blabla blablabla.
Il tutto pubblicizzato da modelle bellissime che avranno sì e no superato la pubertà.
Come potremmo noi povere comuni mortali arrivare anche solo ad assomigliare a questi monumenti di chiappe sode?
Impossibile.
E proprio per questo dal mese di marzo regrediamo allo stato adolescenziale, vivendo di carote, sedano e acqua e molestando insistentemente i nostri compagni di vita con richieste continue del genere: “Mi vedi grassa?” oppure “Secondo te sono grassa?”, "Sono ingrassata secondo te?" o comunque recitando il mantra tipico “Sono grassa, grassa, grassa, grassa.”
Anche se poi non è vero.
Ecco, magari in carne, ma grassa no, dai.
Rotondetta, tutt’al più.
Ok, sono grassa.
Vedete?
E’ una malattia.
Sono malata.
E grassa.
Malata e grassa.
Una tragedia.
Ma non è questo il punto.
Il punto è che spesso, molto spesso, l’ideale irraggiungibile fatto di gnocche che in confronto Barbie è una poverella è falso, è taroccato da programmi di fotoritocco, vestiti e luci ad hoc e molta carta patinata, irrealizzabile anche per chi come attrici, modelle & co. fanno del loro fisico un’arma di marketing e lavoro.
Così da poverina che non sono altro mi sono scoperta a sghignazzare da sola al computer davanti alle immagini rubate di attrici e showgirl di vario spessore “sorprese” dai paparazzi al mare intente a rilassarsi mostrando le pudenda. Sghignazzare, sì, perché sebbene alcune di loro reggano l’obiettivo in maniera encomiabile, alcune insospettabili cedono di schianto.
A parte la Belen di turno, a cui tutto sta su in beffa della forza di gravità (magari basta ignorarne il concetto per esserne immune? Mah!), non c’è attrice che non risenta di quella brutta malattia: la cellulite.
E se ce l’hanno loro che spendono migliaia di euro in creme, massaggi e quant’altro la chimica e la sperimentazione scientifica propongono, non ce la dovremmo avere noi, comuni mortali che non possiamo investire capitali nella lotta alla ritenzione idrica e che dobbiamo limitarci a bere a forza tre litri d’acqua al giorno?
Ma soprattutto, io comune mortale non dovrei prendere un po’ per il culo (è il caso di dirlo) il lato B di Scarlett Johansson? Che adoro, eh, la amo sia chiaro. Però se poteva mette un altro costume, via.
Mentre sghignazzo non tanto sommessamente, sono spuntati gli uomini di casa, incuriositi: Nevruz e l’Amoremio.
Il primo si è limitato a voler tentare di acchiappare i laccetti del costume di Michelle Hunziker, il secondo per poco non rischia un infarto davanti a Lola Ponce.
Vabbè, lo perdono.
Per questa volta, e perché lei è veramente oltre.
“Tu sei più bella di queste qua” m’ha detto l’Amoremio.
“Grazie, amore. Quando hai detto che hai l’appuntamento con l’oculista?”
“…”
A parte tutto (lo so che mi amerebbe anche se avessi la forma di una tanica di benzina), vedere queste foto è sempre consolante.
Siamo tutte sulla stessa barca, in fondo, no?