Ve l’avevo già detto, appena arrivata in Kenya ho capito cosa significasse quell’espressione inizialmente vuota e prima di significato: Mal d’Africa. I panorami, i profumi, i colori, gli odori e gli spazi sconfinati sono entrati a gamba tesa nei miei ricordi immediati e futuri, per non lasciarli più. Così, quando mi hanno proposto un’altra incursione in Kenya, sulla costa, non ho potuto che gioirne. Sì, proprio così. Gioia allo stato puro.
Non voglio partire con idee proposte da altri. Le sensazioni che vivrò dovranno essere solo ed unicamente mie. Ma certo è che gli innumerevoli commenti positivi non hanno fatto altro che galvanizzarmi ulteriormente. E, con la mente che vola, ho cominciato ad immaginarmi sulle spiagge di finissima sabbia bianca, a camminare lungo una costa dal mare cristallino, temperature estive che accarezzano quattr’ossa intirizzite dal freddo dell’inverno (che per fortuna per altro è stato mite, quest’anno). E poi le ville, sospese tra la vegetazione lussureggiante e il turchese dell’acqua, il bianco abbacinante degli arredi, le zanzariere a protezione del letto, il suono della risacca.
Niente da dire: le immagini sono molto più evocative delle parole. Soprattutto su una mente come la mia, allenata da anni ormai a sognare, a evocare, a vivere realtà parallele. Non vedo l’ora di partire. Non vedo l’ora di rimettere piede sul suolo africano, nell’Africa vera, in Kenya. Di essere accolta da sorrisi smaglianti su visi scuri, di sentire le risate dei bambini, spontanee e rassicuranti. Di assaporare i piatti di questa magnifica terra. E anche, ovviamente, di ritornare ancora a casa, ulteriormente arricchita da un’esperienza di viaggio.
Kenya, arrivo!