Processo da rifare, almeno per una (piccola) parte. Colpa di una dimenticanza: alcuni lotti di armi da guerra, la cui illegittima detenzione era stata contestata, non appare nel dispositivo della sentenza. Sentenza che non ne fa menzione né in termini assolutori né di condanna. Da qui il parziale annullamento della sentenza per omessa pronuncia da parte della Corte d’appello di Venezia che ha di nuovo trasmesso gli atti al tribunale di Padova. Così, davanti a un nuovo collegio di giudici (presidente Maria Carla Majolino, giudici a latere Domenica Gambardella ed Elena Lazzarin), sono tornati sul banco degli imputati «soldati» e «colonnelli» della cosiddetta Mala del Brenta guidata da Felice Maniero, tutti già condannati con sentenza di primo grado il 5 giugno 2008: Luciano Bacco 58 anni di Sesto San Giovanni; Andrea Batacchi, detto il Bacalon, 48 anni di Padova, cui furono inflitti 30 anni di carcere; Marino Bonaldo, 59 anni di Padova; Mariano Magro, 47 di Legnaro; Angelo Meneghetti, 45 di Bovolenta; il fratello Fabiano Meneghetti 35 pure di Bovolenta; Roberto Mengardo, 37 di Brugine; il giostraio Nazzareno Pevarello, 37 di Castelfranco Veneto, pure condannato a 30 anni; Achille Pozzi, 53 di Padova; Daniele Sarto, 45 di Fossò e Giuseppe Zampieri, 60 di Legnaro.
Tante le armi in loro possesso, un vero e proprio arsenale da combattimento impiegato per rapine e assalti a blindati: P38, pistole semiautomatiche e a tamburo con matricola abrasa, fucili semiautomatici con caricatori, mitragliatori AK 47, kalashnikov, silenziatori, bombe a mano, detonatori elettrici e a miccia, esplosivo al plastico. In aula il pm Renza Cescon ha sollecitato l’acquisizione del verbale di prove già assunte nel precedente processo. Tra queste, anche l’interrogatorio-fiume del pentito veneziano Stefano Galletto, coautore con Batacchi del clamoroso furto della reliquia del Santo il 10 ottobre 1991, e le testimonianze degli investigatori della Squadra mobile come Alessandro Giuliano e Fulvio Filocamo. La prossima udienza è stata fissata per mercoledì alle 8.15 quando i giudici si decider
anno sulla richiesta.
Cristina Genesin
Fonte: Il Mattino di Padova
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Monica Zornetta e Danilo Guerretta