Era da un po’ che non scrivevo, è vero. Ogni volta iniziavo un post, arrivavo quasi a completarlo, poi me ne pentivo e lo cestinavo… assurdo. Stavolta non sarà così.
Oggi si parla di istruzione. Tempo addietro scrissi, infatti,
Prima di poter ambire ad un miglioramento della situazione, quindi, bisogna culturizzare un po’ la società. Il problema fondamentale è che per culturizzare la società servono riforme sull’istruzione che solo la classe politica può attuare, e quella l’abbiamo già persa da tempo. Ed da questo circolo vizioso non riusciremo a cavarne nulla, la miccia è innescata, non si torna indietro.
A volte però è meglio essere più specifici e scendere nei dettagli.
Un ragazzino va a scuola per imparare, ipotizziamo sia alla terza media. Ok la teoria, ok l’imparare a memoria stile pappagalli, ma dobbiamo rendercene conto. Alla vetusta età di 14 anni questo povero disgraziato, che dovrebbe essere stato indottrinato a scoprire ed apprendere in autonomia, a capire come funzionano le cose, ad essere curioso… beh, signori miei, non gli è MAI e ripeto MAI fatto usare un computer né fatto vedere il laboratorio di informatica se non con il cannocchiale.
Giusto per essere preciso, quanto appena detto non me lo sto inventando ma si basa su fatti e persone reali, e avviene oggi nella nostra amata nazione. Non solo, c’è di peggio.
Capitò un giorno che un giorno a questo bravo studente venissero aperte le porte dell’aula computer, dando una prima parvenza che le cose potessero funzionare da quel giorno in poi. Conclusione: l’insegnante di “tecnologia e disegno” non sapeva NULLA di informatica se non il minimo sindacale (come funziona Windows), e delegava a terzi colleghi altrettanto incompetenti le spiegazioni sulla suite Office e sugli altri programmi fondamentali (con conseguenza catastrofiche).
In tutto questo c’è qualcosa di fottutamente sbagliato, signori miei. E no, non sono io… ai miei tempi alle medie una persona stupenda che ahimé oggi non c’è più (triste, ma vero) ci insegnava il linguaggio di programmazione Logo. Non è nemmeno colpa del 14enne, condannato al suo triste destino di rimanere ignorante su una materia di primaria importanza oggigiorno. E’ in casi come questo che posso confermare con certezza assoluta che metà conoscenza è peggio dell’ignorare qualcosa.
Se avessi una qualche influenza o potere decisionale, il sistema dell’istruzione sarebbe la prima cosa che avrei a cuore di rivedere. Ma no, non sono un onorevole e con tutta probabilità mai lo sarò, quindi questa eventualità non sussiste. Hanno rovinato mio fratello, e questo all’Italia non lo perdonerò mai.