La cultura musulmana è così articolata, complessa, di difficile comprensione per un occidentale che questo genera per forza immense difficoltà nell’integrazione e nella comunicazione stessa. Ma il misfatto, l’ennesimo di Al Qaeda, compiuto stavolta contro Malala, una ragazzina pakistana rea soltanto di aver difeso il suo diritto allo studio e ad un futuro migliore, a parte la violenza sempre e comunque deprecabile dell’atto in sé, suscita sdegno per la mancata reazione da parte del mondo arabo. Quello stesso mondo che pochi giorni fa incendiava il Mediterraneo e oltre per l’indignazione fuori misura dovuta ad uno stupido video giudicato blasfemo, oggi non muove un muscolo per solidarietà verso questa ragazzina vittima di una cultura primitiva, violenta e sanguinaria. Il silenzio del popolo arabo, di quello stesso popolo che dava fuoco alle bandiere e gridava vendetta per un principio religioso, attesta di fatto una condivisione dell’atto barbarico compiuto dai terroristi integralisti. È preoccupante perché genera legittimi dubbi sulla reale possibilità di integrarsi con questa cultura che si mostra sempre più distante dagli ideali di libertà e giustizia che l’occidente ha conquistato anche a costo di lacrime e sangue. Quanto vorrei vedere ora un’iniziativa proveniente dall’universo musulmano che smentisca queste mie parole.
Luca Craia